Oggi giornata conclusiva dell’iniziativa proposta dal Centro Studi OIKOS per riflettere sullo sviluppo economico del territorio messinese. Il dibattito odierno è incentrato sul lavoro e le prospettive ad esse connesse. Sono intervenuti i rappresentanti sindacali e datoriali, Lillo Oceano, Tonino Genovese, Costantino Amato, Salvatore Mercadante, Ivo Blandina, Benny Bonaffini, Costantino Di Nicolò, Luigi Savoja.
I lavori sono stati introdotti dall’avv. Emilio Fragale e conclusi dal dott. Alberto Bernava, rispettivamente presidente e vice presidente di OIKOS.
Gli incontri precedenti hanno fatto il punto della situazione economica, tratteggiando un profilo ben definito di Messina. “Un’area metropolitana ricca di contraddizioni. Una città precipitata da anni in una trappola di degrado e frammentazione”, così l’ha definita l’onorevole Barbalace durante il suo intervento.
Nell’articolata analisi degli scorsi giorni sui presupposti storici e sulla situazione attuale, un’ampia condivisione si è raggiunta dai relatori su alcuni importanti punti. Innanzitutto, la mancanza di progettualità, dovuta non solo ad una carente classe dirigente e imprenditoriale, ma anche politica. Responsabilità sono state indicate anche in atteggiamenti che spesso hanno bloccato la realizzazione di un vero sviluppo. Più volte è stata sollevata la critica al Piano Strategico e alle lungaggini di un Piano regolatore che, dopo una lunga gestazione, era superato già alla sua nascita.
L’assessore all’Urbanistica, Arturo Alonci, si è detto pessimista riguardo al Piano Regolatore che si sta elaborando: “Penso che questa classe politica non è in grado di produrre un Prg in tempi accettabili. Se è così, tra dieci anni ci ritroveremo una città distrutta e non dal terremoto ma da noi stessi”, lamentando, inoltre, la mancanza di piani particolareggiati, soluzioni di sviluppo ottime e veloci.
Tra le potenzialità, invece, sono state individuate il turismo, un’edilizia a impatto zero che badi più a prevenire rischio sismico e idrogeologico, un sistema di trasporti integrato con strutture della Sicilia e della Calabria e il rilancio di aziende e servizi, dal trasporto pubblico alla sanità all’ università. Messina ha evidenziato i segmenti produttivi che andrebbero incentivati: “l’agricoltura, come presidio del territorio, anche per preservarlo; il turismo, con i 50 km di costa e i distretti di Eolie, Taormina e dei due Parchi di Alcantara e Nebrodi e la possibilità di creare paesi albergo”.