Un intervento concluso in 12 ore, una manutenzione straordinaria, la sostituzione di 65 metri di condotta, che alla fine è diventata ordinaria, visto che la maggior parte dei cittadini non si è neppure accorta dell’interruzione idrica.
Gli interventi di manutenzione sull’acquedotto Fiumefreddo sono diversi ogni anno ma, dall’ottobre scorso, cioè da quando la collina di Calatabiano è franata sulla condotta, ogni minimo segnale d’allarme diventa un incubo. Anche perché, a distanza di dieci mesi, non si è ancora intervenuti su quel versante e l’acqua arriva in città solo grazie a quattro tubi provvisori, tra l’altro già andati a fuoco una volta e sostituiti.
E’ questo il fronte principale sul quale è necessario intervenire al più presto. La Protezione Civile regionale aveva detto che l’intervento di messa in sicurezza della collina sarebbe andato in gara entro Ferragosto ma anche quella data è trascorsa senza risultati. “Non abbiamo né una nuova data né altre notizie – dice l’assessore Sergio De Cola -, e questo un po’ ci sconforta a dire il vero. Voglio sottolineare che noi non cerchiamo lo scontro, forse è passato questo messaggio sbagliato, chiediamo solo a gran voce che venga fatto ciò che è necessario nell’interesse della città”.
Discorso simile per ciò che concerne i lavori che Siciliacque deve realizzare per ripristinare l’acquedotto dell’Alcantara, interrotto da sei anni all’altezza di Alì. In un primo momento la società si era impegnata a concludere i lavori entro aprile, ma ancora non sono neppure iniziati ed il progetto è stato approvato a luglio. La nuova promessa è che si inizi a settembre ma, a questo punto, lo scetticismo è d’obbligo. “Nell’ultimo incontro alla Protezione Civile, lo scorso 10 agosto – prosegue De Cola -, abbiamo chiesto loro di chiamare Siciliacque ad un tavolo e chiedere l’impegno di fornire una data precisa per l’apertura del cantiere, che sia rispettata. Anche questo non è avvenuto”.
Se per Calatabiano si aspetta la Protezione Civile e per l’Alcantara Siciliacque, l’Amam può muoversi in proprio per mettere in sicurezza la condotta a Forza d’Agrò. “I progetti saranno pronti entro fine mese – afferma il presidente di Amam, Leonardo Termini -. Una volta depositati, andremo subito a bando, fermo restando che non potremo intervenire sull’intera collina, che è e resterà pericolosa. Incredibile ma vero, si tratta di un terreno edificabile e quindi dovremo occuparci anche di eventuali espropri. Domani è prevista la gara per le forniture, i lavori potranno iniziare presumibilmente a fine settembre”.
I dettagli sui tempi li fornisce il direttore generale facente funzioni dell’Amam, Francesco Cardile: “Si tratta di interventi molto più complessi rispetto a quelli appena conclusi a Calatabiano. L’interruzione idrica potrà durare tre o quattro giorni, ma dipenderà da tanti fattori. Oltre alla posa della nuova condotta, sarà necessario consolidare il tracciato con ancoraggi, data l’elevata pendenza. Potremo essere più precisi quando sarà approvato il progetto e se ci saranno eventuali varianti in loco, poi ci devono essere tutte le condizioni tecniche e climatiche favorevoli per lavorare in sicurezza”.
Con l’intervento di ieri di Calatabiano e quello previsto tra un mese a Forza d’Agrò, le spese straordinarie per l’Amam da ottobre a oggi sfioreranno i 3 milioni. “Stiamo cercando di incassare i milioni di crediti che l’azienda vanta – riprende Termini -, da settembre pianificheremo nuove riduzioni e chiusure verso quelle utenze che non pagano il dovuto. Queste somme saranno impiegate per migliorare la rete idrica interna e, di conseguenza, la distribuzione. Ci stiamo già lavorando, col supporto dell'Università di Messina”.
Non solo crediti, l’Amam ha anche debiti, soprattutto verso i fornitori. “Nella prima decade di settembre – conclude il presidente Termini – avremo un incontro con Eni per risolvere le problematiche in corso, dopo contiamo di farlo anche con Enel”.
(Marco Ipsale)