Sono terminati gli interrogatori delle 11 persone andate in carcere nel blitz antiprostituzione dei carabinieri “Bocca di Ros”a. Praticamente tutti quanti hanno parlato, respingendo le accuse mosse loro dal pm Antonio Carchietti. Alcuni di loro, rinchiusi in diverse carceri siciliane perché Gazzi è sovraffollato, sono stati interrogati per rogatoria, gli altri sono stati ascoltati dal Gip Salvatore Mastroeni, che ha scarcerato Antonino Guarnera, concedendogli i domiciliari. "È un fatto straordinariamente positivo che un giudice, pochi giorni dopo aver applicato la misura di massimo rigore, riesamini il provvedimento" afferma soddisfatto il difensore di Guarnera, l'avvocato Nino Cacia. Impegnati negli interrogatori anche gli avvocati Salvatore Silvestro, Lori Olivo, Massimo Marchese, Antonello Scordo, Tancredi Traclo', Nunzio Rosso. Il gip Mastroeni conta di terminare domani gli interrogatori di tutte le persone coinvolte nel blitz, cioè altri 5 ai domiciliari infine una persona sottoposta ad obblighi. Tutti sono accusati sostanzialmente di aver gestito sei case dove donne in difficoltà si prostituivano.
Un mercato, quello della prostituzione, che non sente crisi, un mercimonio alimentato dai clienti e dagli sfruttatori. Nel provvedimento cautelare il Giudice Mastroeni dedica un ampio inciso all'attualità del reato di sfruttamento e riduzione in schiavitù, malgrado la sempre maggiore diffusione di chi vende il proprio corpo volontariamente, la condanna dei clienti, che val bene rileggere.
"La libertà, la dignità, l'autodeterminazione, il rispetto della,persona umana sono principi irrinunciabili, reati che li ledono offendono la dignità delle persone. Il tema non è morale, termine che ha quasi assunto etichettature limitative, ma giuridico. La costituzione, le leggi vogliono che la dignità e la libertà umana siano protette. Anche se spiacevole, reato non è quello di chi decide di vendere il proprio corpo, oggi se ne fa anche esageratamente mercimonio, ma reato gravissimo è costringere, indurre, approfittare ed utilizzare taluno a far ciò, sfruttarne il bisogno spesso sotteso a tale scelta. Nessun essere è inferiore ad un altro e la sessualità non può essere venduta con coartazione o uso del bisogno e profitto della parte che la vende. Non si può far profitto facendo prostituire qualcuno o comunque sfruttandone la prostituzione. Questo è barbarie, è reato grave. Come per inciso, giuridicamente in alcuni casi, moralmente sempre, lo è comprare la sessualità. La tutela della donna, ma vale anche per minori e uomini, che oggi si sta cercando di estendere, passa anche dal divieto di renderla merce, oggetto in vendita, carne viva in vendita, con costrizione e umiliazione della libertä e dignità della persona. Per i clienti, termine più ad adatto ad un negozio dove si acquista frutta e verdura, più che ad un luogo di acquisto di prestazioni sessuali, per cui non vi è una sanzione penale, la condanna non è né giuridica né morale, bensì sociale, sono fuori dal mondo. (…) Il bisogno più forte delle donne, il livello sociale ed economico più basso, lo squallore di persone ed ambienti, in una società in cui si parla spesso di escort e intrattenitrici, giustifica in qualche modo le donne, dimensiona i fatti, come anche l'assenza di violenze fisiche, ma non diminuisce la gravità dei comportamenti di sfruttamento, induzione e favoreggiamento."
Alessandra Serio