Tra fischi e lacrime è passato il treno della sconfitta, senza i Servirail

Il treno è passato, per la prima volta senza di loro. Il Palermo-Milano è tornato sui binari, dopo mesi, ed è salito lentamente sul traghetto, ma stavolta, per la prima volta dopo tanti anni, senza di loro. Il treno è passato dalla stazione di Messina ed ogni vagone inghiottito dal traghetto è stato uno schiaffo in faccia alla città. Perché su quel Palermo-Milano, ripristinato grazie alla lotta dei nostri 85 Servirail, oggi non c’era nessuno di loro. Su quei vagoni, allestiti a notte già da Palermo, c’erano lavoratori di Milano, Roma, ma non i nostri, licenziati a dicembre nel silenzio di tutti.
Il treno è passato, per la prima volta senza di loro, senza Lillo, Pasquale, Pietro, senza i cuccettisti che per anni hanno fatto la spola su quei vagoni. Oggi pomeriggio non sono riusciti a nascondere le lacrime ed ogni vagone che lentamente entrava nel traghetto, con quel rumore di ferraglia che ha scandito i ritmi della loro vita, è stata una pietra sopra il cuore.
C’erano gli ex Servirail messinesi al passaggio del Sicilia-Milano, ritornato oggi a viaggiare dopo esser stato cancellato da Trenitalia esattamente come i loro posti di lavoro. C’erano oggi alle 16.30 sui binari, e per loro è stata la beffa più grande, questo convoglio arriverà a Milano solo grazie alle loro battaglie, ai loro presidi, alle loro proteste quotidiane, ma loro non erano dentro le cuccette, erano a terra, impotenti di fronte a quanto stava accadendo. L’incapacità di una classe politica d’incidere su qualsiasi tavolo decisionale, l’indifferenza, una politica imprenditoriale volta solo a difendere il nord, ha trasformato questa vittoria nella peggiore delle sconfitte. Su quei vagoni i cuccettisti parlano dialetto milanese e romano, così come sui vagoni del Reggio Calabria-Milano delle 18.
Ogni vagone uno schiaffo ma non solo a loro, a noi tutti, come messinesi, come siciliani e c’è chi dovrebbe arrossire per la vergogna nel vedere come oggi pomeriggio i lavoratori Servirail fermi alla marittima con gli striscioni ed i megafoni erano SOLI. Certo, c’era la digos, c’era la stampa, c’erano i sindacalisti che non li hanno mai lasciati soli, ma i grandi assenti sono gli stessi che sono stati assenti per un anno e più, da quando è iniziata una vertenza dal finale scontato ed annunciato. Si sarebbero sentiti un po’ più forti, o magari un po’ meno soli se su quei binari anche solo una volta, fosse sceso qualcuno delle persone che per anni abbiamo votato per rappresentarci a Messina, a Palermo, a Roma e in Europa. Invece in questo pomeriggio assolato non c’è nessuno che rappresenti la politica o le istituzioni accanto a loro (l’ho scritto apposta con la lettera minuscola, non è un errore, perché un’istituzione che non sta al fianco dei suoi resta minuscola, è ben poca cosa). Stamane hanno ricevuto la visita di Garofalo e Ricevuto lassù in cima al campanile. La rabbia cresce nel sapere che i cuccettisti Servirail di tutta Italia sono stati riassorbiti anche sulla pelle dei nostri e solo grazie al fatto che, quando qualcuno perde è perché è stato lasciato solo.
“Ma più ci accadono queste cose più noi non ci arrendiamo-dicono Pasquale Maimone e Lillo Rizzo- questo appena passato è il nostro treno e ci son venute le lacrime agli occhi per non essere noi in quei vagoni. Questo treno è tornato sui binari grazie a noi e adesso là sopra ci sono i milanesi”. Quando la nave ha lasciato il più bel porto del sud un piccolo corteo è tornato sul campanile, perché stavolta non li frega più nessuna promessa. “Giovedì sera organizzeremo una manifestazione per unire tutte le vertenze messinesi- continua Maimone- perché questi politici non riescono a difenderci in nessuna sede. Neanche sapevano che Trenitalia aveva già preso accordi per mettere su questi treni 9 milanesi. Dobbiamo unire tutte le vertenze che rappresentano il loro fallimento come politici, dobbiamo unirci per lottare tutti insieme”.
Da oggi a giovedì passeranno da questi binari altri Palermo-Milano, e saranno tutti schiaffi alla nostra città, vagone per vagone, la beffa più grande, un treno conquistato con le nostre battaglie ma “regalato” ad altri. Quel che più ferisce è che erano soli con quegli striscioni, perché se fin dal principio non fossero stati così soli, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto, un punto in cui per tutti siamo solo una “porta”, una piccola striscia di passaggio senza dignità. Oggi è toccato ai Servirail, ieri a Triscele, Ferrotel. Alcuni anni fa a bloccare quei binari furono gli operai della Pirelli di Villafranca. Bloccarono le navi per ore, ma la fabbrica fu chiusa. Abbiamo iniziato allora a prendere gli schiaffi. A quanto pare non abbiamo ancora finito.
Rosaria Brancato (foto Dino Sturiale)