In centro i contenitori per la spazzatura non sono stracolmi. In alcune aree del paese sembra di essere tornati alla scorsa estate, quando esplose l’emergenza rifiuti a livello regionale. Questa volta il problema è solo interno al Comune di Furci. Da mesi i cittadini lamentano che verrebbero anche da altri paesi, dove è stata avviata la differenziata, a depositare i sacchi di spazzatura. Ci sono stati dei controlli, si attendono le sanzioni (da 300 a 3mila euro) in virtù di una ordinanza sindacale che vieta ai non residenti di gettare l’immondizia nei cassonetti di Furci. Non si è saputo ancora nulla. Intanto la differenziata stenta a decollare.
L’Amministrazione comunale, in attesa che decolli l’Aro, in sinergia con Roccalumera, non è riuscita ad organizzarsi per avviare, anche parzialmente, il porta a porta come chiede la Regione e cominciare ad eliminare il porta a porta. S. Teresa, il paese accanto, diviso da un ponte di appena poche centinaia di metri, sembra un altro mondo. Dal 2 maggio è partita la differenziata porta a porta e la cittadina ha cambiato volto. Non è più “deturpata” da cassonetti traboccanti. Furci sta vivendo una delle pagine più buie della sua storia con l’inchiesta che vede indagati per assenteismo 65 dipendenti su 89, diciassette dei quali hanno l’obbligo di firma. “Ma il problema dei rifiuti – è il coro unanime dei cittadini residenti in via Cesare Battisti e non solo – non è di oggi. Lo abbiamo segnalato anche negli anni scorsi e purtroppo siamo stati sempre trattati come periferia, senza un adeguato servizio da parte di chi ci amministra”.
Carmelo Caspanello