Sciopero nazionale e protesta locale. Due piani che si intrecciano indissolubilmente e che questa mattina hanno portato in piazza decine di lavoratori della grande distribuzione commerciale, tutti uniti per dire no al contratto di lavoro che Federdistribuzione vorrebbe applicare in fase di rinnovo. I lavoratori si sono ritrovati in piazza Unione Europea e sono rimasti in sit-in con bandiere e striscioni per far sentire la voce di chi ha deciso di lottare per difendere i propri diritti, di chi dice no a contratti che penalizzano fortemente solo l’anello più debole della catena, cioè proprio i dipendenti.
Uno sciopero indetto da Filcams-Cgil Fisascat-Cisl UilTucs dopo la rottura delle trattative con Federdistribuzione per il rinnovo del contratto di lavoro. Per la terza volta in meno di un anno, le lavoratrici e i lavoratori del settore scenderanno in piazza per far sentire la loro protesta ancora più forte.
Sulla trattativa nazionale per il contratto, le organizzazioni sindacali evidenziano come le richieste dell’associazione datoriale sono inaccettabili. “Le condizioni poste sul tavolo da Federdistribuzione sono peggiorative e non negoziabili. E’ emersa palese la volontà di modificare in peggio le norme contrattuali determinando un danno aggiuntivo per i dipendenti delle imprese associate”, sottolineano gli esponenti delle tre organizzazioni che denunciano come a subire le conseguenze dell’atteggiamento assunto dalla parte datoriale sono i dipendenti: senza un quadro normativo di riferimento, senza aumenti contrattuali ormai da ottobre 2013.
La protesta nazionale si intreccia con le vertenze locali che in questo delicatissimo periodo coinvolgono centinaia di lavoratori dei supermercati e le loro famiglie. Le segreterie territoriali di Filcams, Fisascat e UilTucs contestano piani aziendali che mettono a rischio stabilità occupazionale e prospettive ed esprimono preoccupazioni per le condizioni dei lavoratori a causa del mancato riconoscimento dei trattamenti retributivi, preannunciando altre azioni a tutela dei posti di lavoro e delle legittime aspettative di diversi addetti del settore.
Continua la battaglia contro la chiusura del primo punto vendita del GRUPPO SMA a Messina. Dopo lo sciopero e la manifestazione della scorsa settimana, i dipendenti messinesi del gruppo che gestisce alcuni punti vendita cittadini oggi sono tornati in sit-in per ribadire con forza il no a dismissioni e trasferimenti di personale in altre città. Alla protesta del personale dei supermercati SMA si aggiunge quella dei lavoratori del GRUPPO BONINA per i continui ritardi nel pagamento degli stipendi e per il mancato rispetto di quanto previsto dal contratto di lavoro applicato oltre che per il mancato riconoscimento di spettanze arretrate nonostante la sottoscrizione di accordi.