Se le parole hanno un peso, possono averne, eccome, anche le omissioni. Per questo il presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, ci tiene a chiarire quanto non specificato nella lettera inviata alla Corte dei Conti, firmata congiuntamente dal commissario straordinario Luigi Croce, dal ragioniere generale Ferdinando Coglitore e dal dirigente al Bilancio Giovanni Di Leo. Nel documento in questione, in cui di fatto il Comune getta la spugna e ammette il fallimento del piano di riequilibrio (vedi articolo a parte) , sbarrando di fatto la strada all’accesso al Fondo di rotazione istituito dal Governo, si fa “genericamente” riferimento alla bocciatura da parte del Consiglio comunale del contratto di servizio tra il Comune e l’Amam, senza specificare che su quell’atto pesano come macigni tre parere negativi: due dell’Avvocatura ed uno del Collegio dei revisori dei conti.
Dettaglio non da poco secondo Previti, che vede in quell’omissione il tentativo di scaricare sul Consiglio comunale responsabilità che non ha. «Sto preparando una nota da inviare alla Corte dei conti che faccia seguito a quella inoltrata da Croce – spiega Previti al telefono. Non abbiamo respinto la delibera sul contratto dell’Amam per capriccio o peggio per irresponsabilità, ma solo perché è arrivato un Aula con tutti i pareri negativi e non potevamo fare altrimenti»
Come noto l’atto sottoscritto dall’ente locale e dalla sua società partecipata, avrebbe dovuto portare nelle casse di palazzo di Zanca 15 milioni di euro l’anno, vale a dire 150 milioni di euro nei prossimi 10 anni. Il contratto Amam rappresentava quindi uno dei pilastri fondanti del documento di risanamento redatto dal Comune e sottoposto al vaglio della sottocommissione ministeriale e della Corte dei Conti. Senza la garanzia di quei 150 milioni di euro, gran parte delle previsioni di entrata per i prossimi 10 anni vengono a crollare. Ecco perché la bocciatura del piano decennale di riequilibrio è ad un passo, così come ormai anche il default del Comune.
A proposito del contratto tra Comune e Amam , va ricordato che l’atto è stato predisposto da Croce e dal suo pool di esperti capeggiati dall’avvocato Nino Dalmazio, i quali – non sapendo dovere raschiare il barile per recuperare le risorse necessarie a risanare le centinaia di milioni di euro di debiti della casa comunale, – si sono appigliati a questo strumento , pensando potesse fruttare le somme necessarie a rimettere a posto i conti . Ma è andata male, perché tanto i legali di palazzo Zanca quanto i revisori dei conti hanno “sentenziato” che chiedere un corrispettivo annuo all’Amam per l’uso delle reti e degli impianti idrici e per la sede è illegittimo.
Nasce anche da questa circostanza l’iniziativa di Previti, che a nome dell’intero consesso vuol chiarire alla Corte dei Conti che il Consiglio comunale non c’entra nulla con la bocciatura del contratto con l’Amam. Almeno dal loro punto di vista. (Danila La Torre)