Primo posto Città Metropolitana di Messina, finanziamento assentito 99 milioni 607mila euro. E’ talmente raro vedere un progetto della nostra città al primo posto di una graduatoria nazionale che non si può che essere felici e complimentarsi con chi l’ha proposto, cioè Palazzo dei Leoni.
La graduatoria in questione è quella del PinQua (Programma nazionale della qualità dell’abitare) del Ministero per le infrastrutture, con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale.
Le proposte ammesse al finanziamento (dunque non ancora ufficialmente finanziate) sono 271 in tutta Italia. I fondi inizialmente previsti erano “solo” 400 milioni ma ora si aggiungono 2.8 miliardi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
“Gli indicatori utilizzati per definire la graduatoria dei progetti – spiega il Ministero – hanno tenuto conto sia della superficie residenziale che viene recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale che esso genera, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione dell’intervento da parte del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc”.
Ma il progetto da quasi 100 milioni della Città Metropolitana non è l’unico messinese in graduatoria. Ce n’è anche un altro piccolo da 1 milione 780mila euro, sempre di Palazzo dei Leoni, classificato al 247esimo posto. E poi ce ne sono tre del Comune di Messina, classificati al 135esimo, 154esimo e 182esimo posto, rispettivamente da 14 milioni 752mila euro, 14 milioni 234mila euro e 14 milioni 343mila euro per “la demolizione e ricostruzione di abitazioni e servizi”.
Un totale di 101 milioni 400mila euro per i progetti della Città Metropolitana e di 43 milioni 300mila euro per il Comune, cioè quasi 145 milioni per Messina, il 4.5 % del totale dei fondi nazionali e quasi il 37 % di quelli regionali. Del totale di 3.2 miliardi, infatti, alla Sicilia sono destinati quasi 400 milioni (il 12.5 %) di cui, come detto, 145 milioni a Messina e circa 250 milioni ad altri progetti.
In particolare: un totale di 42 milioni per tre progetti del Comune di Ragusa, 37 milioni per tre progetti a Catania (due del Comune, da 30 milioni, e uno della Città Metropolitana, da 7 milioni), 30 milioni ciascuno per due progetti ciascuno dei Comuni di Gela, Trapani e Agrigento, 28 milioni per due progetti del Comune di Siracusa, 15 milioni per un progetto del Comune di Enna, 13 milioni per due progetti del Comune di Palermo, 12 milioni per un progetto della Regione per Acireale, 11 milioni per un progetto del Comune di Marsala.
I 145 milioni di Messina dovrebbero finire nella contabilità speciale dell’Ufficio della commissaria per il risanamento, la prefetta Cosima Di Stani. Bisconte, Fondo Fucile, rione Taormina, Annunziata, Giostra e Camaro Sottomontagna le principali aree interessate.
La svolta sembra vicina ma ora serve accelerare nel concreto. Magari a partire dallo sbaraccamento. Nonostante la consegna di oltre 400 nuove case e dunque la liberazione di diverse aree, le uniche baracche cadute giù negli ultimi anni sono le 32 case D’Arrigo, quelle che ostruivano il percorso della nuova via don Blasco. In altre zone, ad esempio a Camaro, sono ancora in piedi e sono diventate discariche a cielo aperto. Ormai assegnate le case a tutti gli abitanti di Fondo Fucile, l’eliminazione di quella grande baraccopoli sarà un grande passo in avanti dopo anni di immobilismo.