Debiti fuori bilancio riconosciuti per 9 milioni ma censiti per 50 (!). Società partecipate senza bilanci approvati. Alienazione degli immobili ferma al palo. Trasferimenti statali e regionali di gran lunga inferiori alle attese. Servizi pubblici che costano più di quanto rendono. Non è rosea la situazione per le casse di Palazzo Zanca. Il quadro è stato dipinto dai revisori dei conti Roberto Aricò, Domenico Donato e Domenico Maesano nella relazione, conclusa con parere favorevole, al bilancio consuntivo 2010. Relazione giunta nei giorni scorsi e che dà via libera, adesso, alla discussione in consiglio comunale. Ecco i dettagli: «L’ente – si legge nella relazione – ha fatto ricorso in maniera continuativa ad anticipazioni di cassa, pur se nei limiti. Il collegio, evidenziando la cronica crisi di liquidità dell’ente, invita l’Amministrazione ad attuare tutte le iniziative necessarie per velocizzare l’incasso delle entrate correnti». Si riscontra anche un disavanzo di competenza nel 2010 pari a 4,9 milioni di euro, solo parzialmente coperto dall’avanzo di amministrazione per 2,3 milioni (di cui una parte, oltre 300 mila euro, è vincolata all’utilizzo come “contributi in conto capitale della Regione”). L’invito, in questo caso, è «a monitorare costantemente lo squilibrio della gestione di competenza», anche con riferimento, ovviamente, al 2011 in corso. Per quanto riguarda il confronto tra le entrate previste e quelle effettivamente realizzate, lo scompenso maggiore si ha con trasferimenti di capitali della Regione (-57 milioni) e dello Stato (-41 milioni), un grosso “meno” anche davanti alla cifra di 10,2 milioni di euro dei trasferimenti correnti della Regione stessa. E poi la solita piaga, il “giochetto” delle alienazioni degli immobili: qui il segno meno si trova davanti a 16,5 milioni. Il Comune ha poi incassato 522 mila euro in meno di imposte e 280 mila euro in meno di tasse rispetto a quanto previsto. Punto interessante: i ricavi che si ottengono con la raccolta dei rifiuti (20,6 milioni dalla Tarsu, 2 milioni dall’addizionale, “zero” dalla differenziata) coprono solo per il 60 per cento i costi, che ammontano a 37,3 milioni di euro.
Da evidenziare anche la parte sugli oneri concessori o contributi per permesso di costrire. Nel 2010 si sono accertate somme per 3,8 milioni, poco più della metà di quanto accertato nel 2008 (6,5 milioni). I revisori, però, sottolineano che nell’utilizzo dei proventi degli oneri concessori il Comune ha considerato anche risorse (appena 185 mila euro) che «a parere del collegio non andavano considerate». Capitolo servizi pubblici.Solo per i mercati i proventi superano i costi, di ben 20 mila euro. Per il resto gli altri settori fanno registrare solo perdite, con i “record” rappresentati dall’assistenza (-9,3 milioni), dagli impianti sportivi (-2,1 milioni) e dalle mense scolastiche (-2,2 milioni). Seguono asili nido, trasporto alunni, spettacoli e disinfestazione. Ovvio il suggerimento dei revisori di incrementare i ricavi.
Sono dolori quando si tocca l’argomento società partecipate. Amam, Feluca, Messinambiente e Atm non hanno approvato il bilancio d’esercizio 2009. Le prime tre, quantomeno, sono ferme al 2008. L’ultima, ormai è noto, è ferma a otto anni fa. Passando alle multe, nel 2010 gli introiti a questa voce sono quasi dimezzati rispetto al 2009, passando da 9,8 milioni a 5,2 milion, avvicinandosi preoccupantemente ai 3,7 milioni del 2008. Arrivando alle pagine delle spese, spaventa quella per il personale: 74,6 milioni, anche se va detto che è inferiore a quella del 2009 (83,2 milioni). C’è poi il grande male dei debiti fuori bilancio: 9,1 milioni di euro nel solo 2010, circa 8 milioni in più rispetto al 2009. Questi quelli riconosciuti, ma il totale di quelli accertati al 31 dicembre 2010 arriva a 50 milioni di euro. Un’enormità. Evidente l’incremento, per cui i revisori invitano il Comune «ad attuare un maggiore e costante monitoraggio degli stanziamenti di spesa, nel rispetto di quanto deliberato nel bilancio di previsione. Si sollecita a provvedere all’esame ed al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, al fine di non gravare ulteriormente di oneri il Comune».
In generale il Comune risulta non rispettare alcuni parametri cosiddetti di “deficitarietà strutturale” indicati dal ministero dell’Interno: non c’è equilibrio per quel che riguarda residui attivi di nuova formazione, residui passivi, procedimenti di esecuzione forzata. Infine, ecco le ultime “bacchettate”: il collegio dei revisori, infatti, evidenzia che «non risulta che l’ente abbia adottato il piano triennale per individuare le misure finalizzate alla razionalizzazione dell’utilizzo di: dotazoni strumentali, che corredano le stazioni di lavoro nell’automazione d’ufficio; delle autovetture di servizio, previa verifica di fattibilità a mezzi alternativi di trasporto; dei beni immobili ad uso abitativo o di servizio, con esclusione dei beni infrastrutturali». Conclusione: parere positivo. E la palla passa al consiglio comunale.