MESSINA – Ancora scossa e addolorata la città, dopo la notizia della scomparsa prematura di un adolescente, studente dell’istituto agrario Cuppari. Dopo i funerali, celebrati nella chiesa di Santa Maria di Santa Margherita (qui potete leggere la lettera aperta della parrocchia), lo sfogo di una docente della scuola che frequentava, pubblicata sui social.
Un lutto come questo, infatti, porta tutti a interrogarsi, riflettere su quanto è stato fatto e quanto è possibile fare, per supportare i giovani. Di seguito, l’intervento della docente.
“Un nostro studente è morto. La notizia improvvisa e inaspettata ci sconvolge tutti. Per i corridoi della scuola, nelle aule studenti e docenti condividono domande e dolore: perché? Perché un ragazzo di 16 anni se ne va? Docenti, personale Ata, dirigenti si chiedono altro: ti abbiamo aiutato? Ti siamo stati vicini e utili? Ciascuno con echi diversi riflette.
La mia riflessione: ti ho salutato per i corridoi ti ho chiesto come stavi? E la scuola? Le scuole, tutte, vivono e lavorano con i loro ragazzi, crescono ogni giorno con loro. Quello che vorremmo è accompagnarli fino all’ultimo giorno degli esami di quinto anno e vederli incominciare le loro strade esistenziali con sicurezza, serenità e amore per la vita col bagaglio emotivo e di conoscenze che abbiamo contribuito a costruire. Compito delicato e difficile, noi siamo in prima linea, a volte siamo insufficienti e incapaci.
Le risorse: scarse quelle pertinenti, tante quelle ‘altre’ e per nulla pertinenti. I sistemi di monitoraggio, Invalsi, Pcto, orientamento in entrata, in uscita e di ogni santo del paradiso, Pon burocratici e ottusi, seminari per ogni scemenza a fronte di strumenti che davvero sarebbero di aiuto: più personale, più edifici, più supporto psicologico, laboratori stabili di attività socializzanti e creative. Una visione, diffusa presso le istituzioni europee e italiane, della scuola come una fabbrica che crea produttori e consumatori di basso profilo non aiuta, quando non ostacola, chi sta in prima linea, chi soffre, gioisce con i ragazzi. Ma noi si crede e si resiste.
Siamo stati sufficienti, utili? Potevamo fare di più? I fiori del chiostro del Cuppari oggi sono per te. Noi ci siamo (insufficienti, inutili, inani) e ci saremo sempre”.