21 Madri della Costituente sono poche. Lo erano allora, nel ‘46 (21 su 556) e lo sono tutt’ora in un’isola che ha un numero irrisorio di donne sindaco, donne amministratrici ed un ruolo umiliante di donne in politica.
21 strade intitolate a queste donne sono poche, lo sono oggi e lo saranno anche domani in una città che non ha mai avuto un numero così consistente di donne in politica e nei ruoli chiave, ma relegate ad ancelle, o “graziate” dalla generosa mano di qualcuno.
Quindi 21 vie a Ganzirri ed in tutta Messina dedicate alle donne alle quali dobbiamo la Costituzione (che a mio giudizio è una Costituzione straordinaria e fondante di democrazia) sono non solo auspicabili ma necessarie ed alle quali aggiungere altrettante strade, piazze, vicoli, rotonde, slarghi, intitolate alle messinesi che hanno “fatto Messina”.
Tutto il resto, le polemiche social, le invocate “punizioni” di chi si macchia di lesa maestà, le levate di scudi da un lato o dall’altro, gli attestati di solidarietà, sono soltanto chiacchiere.
Bene hanno fatto 12 docenti messinesi a stilare un documento con il quale ricordano
che “il progetto di dedicare 21 strade alle deputate alla Costituente, pur essendo un’iniziativa nazionale, è stato promosso in loco dalla compianta collega M. Antonella Cocchiara, ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche e responsabile del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Messina. Come dovrebbe essere scontato, ciascuna città, oltre a celebrare le proprie memorie locali, deve anche ricordare e dare spazio nella propria toponomastica alle figure di levatura nazionale che hanno onorato il paese, nonché anche a personaggi storici di riconosciuto prestigio internazionale”. Antonio Baglio, ricercatore e professore aggregato di Storia Contemporanea, Università di Messina, Salvatore Bottari, professore associato di Storia Moderna, Università di Messina,Giuseppe Bottaro, professore associato di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Messina, Vittoria Calabrò, professoressa associata di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina,Italia Cannataro, ricercatrice e professoressa aggregata di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Messina, Patrizia De Salvo, ricercatrice e professoressa aggregata di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina, Ida Fazio, professoressa associata di Storia economica, Università di Palermo, Santi Fedele, professore ordinario di Storia Contemporanea, Università di Messina, Raffaele Manduca, ricercatore e professore aggregato di Storia Moderna, Università di Messina, Daniela Novarese, professoressa ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche, Università di Messina, Giuseppe Restifo, professore ordinario di Storia Moderna, Università di Messina, Caterina Sindoni, professoressa associata di Storia della Pedagogia, Università di Messina.
Colgo l’occasione per ricordare, ad una città dalla memoria cortissima, le battaglie che Antonella Cocchiara ha fatto fino all’ultimo giorno non soltanto per dare il giusto rilievo al contributo immenso che le donne hanno dato a far sì che il nostro Paese sia quello che è, ma soprattutto per far conoscere alle generazioni più giovani, l’impegno, il sacrificio, la passione, di migliaia di nonne, bisnonne, trisavole, mamme e zie.
C’è un’eredità che abbiamo il dovere di raccogliere e coltivare, ed è quella che affonda le radici sin dal primo giorno in cui una donna, in Italia ha avuto il diritto di votare. Un giorno che non è affatto lontano, è vicinissimo perché risale al secolo scorso. Ed è da quel giorno che è iniziato un percorso lentissimo.
Dal 1946 non sono trascorsi neanche 100 anni, se iniziamo a pensare che ci sono battaglie tutto sommato ininfluenti, gesti di minore entità allora vuol dire che stiamo iniziando a dimenticare.
Ancora una volta mi sento di dire grazie Antonella. Il resto sono solo chiacchiere.
Rosaria Brancato