Politica

Questa è Messina? Il dibattito sulle pensiline Atm fa riflettere sull’identità della città

MESSINA – La campagna “This is Messina”, con arancini e focacce a banalizzare l’immagine della città a detta di diversi artisti e cittadini, ha scatenato i commenti sui social. Non sono mancate le precisazioni sul piano di comunicazione nelle pensiline Atm, “arancini e pidoni solo in 5 foto su 18” e nessuna sostituzione di opere artistiche, ma il cuore del problema è un altro. La passione con cui si dibatte, e si critica, rivela che il vero argomento, la madre di ogni questione, è l’identità di Messina. “This is Messina”, “questa è Messina”, ma quale Messina? Che città è Messina? Allora, ritorna, potente, la necessità di una visione culturale che animi questa città. Che la conduca fuori da un eterno provincialismo, da classi dirigenti e cittadinanza condannate a ripetere all’infinito copioni giù visti, idee e slogan superati da una contemporaneità che qui non arriva mai.

Il tema riguarda tutti: maggioranza e opposizione, istituzioni, sindacati e organismi di rappresentanza, mondi culturali e sociali. Nessuno può tirarsi indietro. Non a caso in questi giorni, in un parallelo con il rischio fallimento del Messina calcio, abbiamo evidenziato che la città deve trovare in sé stessa – nelle proprie potenzialità – una base per riattivare un percorso, un progetto, una visione compatibili con una nuova idea di Città metropolitana.

In un quadro in divenire, Messina è anche animata, e non sempre lo si ricorda, da una serie di realtà di valore che devono trovare nel Comune e nelle istituzioni un punto di riferimento e di raccordo. Un “fare rete” per migliorare davvero la città. Messina è anche l’eccellenza teatrale di chi opera in campo teatrale, ad esempio: dalla compagnia Carullo-Minasi a Nutrimenti Terrestri, il Teatro dei 3 Mestieri, Roberto Bonaventura e “Il castello di Sancio Panza”, il Clan Off di Currò e Failla e La Compagnia dei balocchi di Sasà Neri, tra gli altri. Messina è anche l’eccellenza di un progetto cinematografico di qualità con la sala Lux gestita dal Cineforum Orione e l’instancabile impegno del presidente Nino Genovese e del responsabile della programmazione Francesco Torre. Una realtà in crescita: 12.000 presenze nei primi 5 mesi di incasso senza titoli commerciali.

“Fare rete” una necessità per archiviare la marginalità di Messina

Potremmo continuare, e lo faremo in altri articoli, a citare gli sforzi degli esercenti Parlagreco (multisala Iris) e La Scala-Polizzi (Apollo), il gioiello (da valorizzare di più) del MuMe – Museo regionale, e non solo per i Caravaggio, e come non menzionare tre importanti associazioni concertistiche: la Filarmonica Laudamo, la più antica della Sicilia, con 102 anni, e una delle più antiche d’Italia; l‘Accademia Filarmonica e l’associazione Bellini, che propongono stagioni musicali d’altissimo livello.

La necessità, dunque, per sfruttare le potenzialità del territorio, è quella di “fare rete” in una prospettiva salvifica di confronto e scambio, di apertura al mondo. I recenti sforzi dell’assessore Caruso, in ambito turistico, rientrano nel bisogno di dialogare con ogni soggetto in campo, dal commercio a chi opera nel settore culinario, per superare l’individualismo. E, al di là del tema pensiline, il vero cuore del problema, lo ribadiamo, è avere una visione culturale che traghetti Messina fuori dalle secche di una marginalità e di una periferia del mondo da archiviare.

Non è più tempo di tirare a campare e Messina ha bisogno di mettere in comunicazione e valorizzare le sue energie migliori. Sia quelle che vivono qui, sia quelle impegnate in ambito internazionale e nazionale.