Prendiamo ad esempio le città di Modena e Reggio Emilia. Entrambe non possiedono un aeroporto proprio ma sono vicine a due aeroporti, quello di Parma e quello di Bologna. Nel 2016 Parma ha chiuso con poco meno di 200mila passeggeri, Bologna con 7 milioni e 700mila. Andando a ritroso, vediamo che in dieci anni Bologna ha praticamente raddoppiato i suoi passeggeri (nel 2006 erano 4 milioni), mentre Parma è rimasto stabile, anzi anche in calo se si considera che nel 2008 ha sfiorato i 300mila passeggeri. Un trend comune a tutti gli aeroporti italiani, quelli grandi in crescita, quelli piccoli in calo e a rischio chiusura. L’aeroporto di Bologna ha un’ottantina di destinazioni, quello di Parma al momento quattro (Cagliari, Trapani, Olbia e Chisinau).
Anche la nostra città non possiede un aeroporto proprio ma è relativamente vicina a due aeroporti, quello di Reggio Calabria e quello di Catania. Nel 2016 Reggio ha chiuso con poco meno di 500mila passeggeri, Catania ha sfiorato gli 8 milioni. Nei primi due mesi del 2017, Reggio ha registrato un -7 %, destinato a peggiorare ancora in vista della riduzione dei collegamenti settimanali di Alitalia (da 56 a 14), Catania un +18 %, che gli farà sfondare il muro dei 9 milioni di passeggeri annui. Reggio ha due destinazioni dirette (Roma e Milano, mentre Torino è con scalo a Roma), Catania un centinaio.
C’è una sola importante differenza tra le due situazioni, oltre al fatto che in Emilia le distanze sono inferiori. Modena e Reggio Emilia sono ben collegate al loro aeroporto di riferimento, quello di Bologna; Messina non è abbastanza ben collegata col suo aeroporto di riferimento, quello di Catania. Da Reggio Emilia si arriva alla stazione di Bologna in un tempo compreso tra i 20 e i 50 minuti (a seconda della soluzione), poi una navetta collega in 10 minuti fino all’aeroporto. Da Modena il tragitto ferroviario è compreso tra i 20 e i 30 minuti, ma ci sono anche i bus (18 corse al giorno, festivi inclusi) che portano direttamente in aeroporto in 50 minuti. E’ in fase di costruzione il People Mover per il Marconi Express, per poter arrivare in treno direttamente all’aeroporto. La fine dei lavori è prevista tra due anni.
Da Messina all’aeroporto di Catania è quasi impossibile affidarsi al trasporto ferroviario e lo sarà almeno fin quando non verrà realizzata la fermata di Fontanarossa. Un investimento minimo, appena 5 milioni, già nei programmi di Rfi e realizzabile in pochissimo tempo, ma che procede molto a rilento, tanto che ancora non c’è neppure un progetto preliminare ma solo uno studio di fattibilità. Al momento i treni da Messina a Catania impiegano da un minimo di 1 ora e 14 minuti (fermate ad Alì Terme, Santa Teresa Riva, Taormina-Giardini, Giarre e Acireale) a un massimo (i locali che fanno tutte le fermate) di 2 ore e 6 minuti. Con la fermata a Fontanarossa, l’aeroporto potrebbe essere raggiunto in tempi relativamente brevi e certi (1 ora e 10 o 1 ora e 20), senza lo spauracchio delle code ai caselli di San Gregorio e sulla tangenziale di Catania, e comunque verrebbero garantite corse in più, da integrare rispetto a quelle dei bus.
La questione aeroporto per Messina sarà definitivamente risolta solo tra dieci o vent’anni, quando sarà completato il raddoppio ferroviario e sarà possibile andare in treno da Messina all’aeroporto di Catania in 40 o 50 minuti. Quello sarà forse il “colpo mortale” per l’aeroporto di Reggio.
Da quando il Frecciargento collega Villa San Giovanni a Roma Termini in 4 ore e mezza (e il ministro Delrio ha promesso che presto si scenderà a 4 ore), il treno sta soppiantando l’aereo per i trasporti dall’area dello Stretto alla capitale. Ne consegue che l’unico collegamento di rilievo dall’aeroporto di Reggio Calabria è quello con Milano. Per tutte le altre destinazioni i messinesi sono obbligati a volare da Catania. Chi non dispone di un mezzo proprio deve usare i bus della Sais. 11 corse all’andata e 10 al ritorno dal lunedì al venerdì, che diminuiscono a 9 all’andata e 8 al ritorno il sabato, fino a 7 all’andata e 5 al ritorno la domenica e i festivi. Qualche corsa in più se si considerano quelle che passano dal centro di Catania: 1 ora e 50 minuti da e per Messina, che a volte, causa traffico, diventano anche 2 ore o più. Se si pensa che in due ore di volo si arriva in Francia o in Svizzera, c’è da mettersi le mani ai capelli. L’alternativa? Treno fino a Catania Centrale, poi l’Alibus che in 15 minuti (anche in questo caso traffico permettendo) porta all’aeroporto.
Un quadro sconfortante, che chi dispone di un mezzo proprio non conosce. Come i rappresentanti delle istituzioni locali, visto che mai nessuna parola viene spesa per questi collegamenti, l’assoluta priorità per gli spostamenti aerei dei messinesi. E’ vero che la Sais è un soggetto privato e opera per il proprio tornaconto economico ma è altrettanto vero che fornisce l’unico servizio pubblico per i messinesi e, in quanto tale, è necessario trovare soluzioni per incrementare le corse dirette, soprattutto nei week end e nei festivi. Così com’è necessario sollecitare Rfi a realizzare la fermata di Fontanarossa.
Da Messina, invece, silenzio assoluto, ma parole di esultanza per l’aeroporto di Reggio. Una “vittoria di Pirro” per due motivi: primo perché i voli settimanali di Alitalia sono stati drasticamente ridotti da 56 a 14 per il mese di aprile e dopo c’è solo un “si vedrà”; secondo perché, anche se Alitalia dovesse ripristinare tutti i collegamenti, parliamo sempre delle uniche destinazioni di Roma e Milano, mentre a Catania, ad una distanza temporale simile, ce ne sono molte di più.
Delrio ha detto che l’aeroporto di Reggio Calabria deve essere l’aeroporto della Città Metropolitana di Messina. Addirittura della Città Metropolitana, quindi anche di Tusa o Sant’Agata Militello, di Taormina o Giardini. Follie di chi non conosce la realtà, col benestare delle parti locali. Una storia che prosegue da decenni, senza che nessuno abbia fatto nulla di concreto, se non promesse di rilancio mai concretizzate. Il problema principale dell’aeroporto di Reggio non è rappresentato dagli scarsi collegamenti con Messina. Anche questo è un problema, ma è secondario rispetto al fatto che da Reggio non ci sono voli (se non Roma e Milano) da lunghissimo tempo. Altrimenti correremo il rischio di arrivare all’aeroporto in tempi brevi e non trovare gli aerei.
Che l’aeroporto di Reggio sia momentaneamente salvo è anche una buona notizia per i messinesi che volano da e verso Roma e Milano, perché costituisce un’alternativa. Il paradosso è che si spendano tante energie per l’aeroporto che movimenta il 10 % dei messinesi e non si spenda neppure una parola per quello che muove il 90 % dei messinesi, costretti ai “salti mortali” per raggiungerlo. Come se, per chiudere il quadro, le istituzioni modenesi o reggiane si battessero per l’aeroporto di Parma, senza considerare quello di Bologna. Lo sport tipico, tutto messinese, di autoflagellarsi.
(Marco Ipsale)