"Previsione e prevenzione correlata alle varie ipotesi di rischio sismico, idrogeologico, vulcanico, ambientale o antropico in genere, e di soccorso alla popolazione vulnerata, al fine di porre in essere tutte le attività necessarie per il superamento della fase emergenziale e per il ritorno alle normali condizioni di vita; la gestione degli eventi straordinari, mediante le attività necessarie per assicurare il superamento delle criticità che si manifestano in occasione di eventi calamitosi eccezionali compresi gli interventi, a tutela della pubblica e privata incolumità, per i quali sia stato riconosciuto e dichiarato lo stato di emergenza; interventi non strutturali e non già esecuzioni di opere finalizzate alla mitigazione del rischio. A seguito di una conclamata situazione calamitosa o emergenziale di cui alla lett.b) dell’art.2 della l.225/92 e ss.mm.ii., la Protezione Civile regionale acquisisce, infatti, competenza gestionale e titolarità delle azioni di raccordo e coordinamento delle altre componenti del Sistema regionale, nonché degli altri Enti e Istituzioni chiamati a concorrere a vario titolo all’attuazione degli interventi necessari per la salvaguardia dell’incolumità individuale e collettiva. In tale contesto, promuove tutte le attività e dispone di quanto necessario, coordinando anche l’azione di tutte le Strutture locali e degli altri Dipartimenti regionali chiamati a concorrervi secondo le rispettive competenze. In assenza delle anzidette circostanze calamitose o emergenziali non si ricopre alcun ruolo suppletivo o ausiliario rispetto alle carenze o ai ritardi maturati dagli Enti e delle Istituzioni preposte alla gestione in ordinario, dei rischi presenti nel territorio regionale".
La Protezione Civile regionale interviene dopo la nuova frana a Forza d'Agrò per ricordare i propri compiti, "desunti dall'art. 117 c.3 della Costituzione oltre i quali, anche volendo, non possiamo di certo andare per ovvi motivi di legittimità" e per "ribadire di avere, insieme al Dipartimento Nazionale, esaurito i compiti attribuiti con l'Ordinanza 295/2015 avendo eseguito, o in corso di esecuzione, tutti i mandati in essa contenuti, mentre la Regione Siciliana, nel frattempo, ha già individuato le risorse economiche necessarie per gli interventi di messa in sicurezza della condotta in questione, nella programmazione delle azioni Po Fesr 2014/2020". Il riferimento è alla frana di Calatabiano, per la quale tra l'altro i lavori sono fermi. Ma l'acquedotto del Fiumefreddo è a rischio in numerosi altri punti. Chi deve occuparsene? "Restano, evidentemente a carico dell'Ente proprietario e gestore, come pure del Comune di Messina – conclude la Protezione Civile regionale – il monitoraggio delle condizioni generali e la manutenzione ordinaria della condotta e a carico dei Comuni interessati la manutenzione del territorio".