Lo avevamo detto nei primissimi giorni di questo 2013. Anno nuovo problemi vecchi. I giorni passano e questa è, a quanto pare, una delle poche certezze per Messinambiente. I problemi sono sempre gli stessi, mancano i soldi. E a quelli che dipendono da Palazzo Zanca se ne aggiungono altri che non rendono facile gestire una situazione che di per se è gia complicata.
Domani la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea resterà nuovamente chiusa. Messinambiente nel tardo pomeriggio ha ricevuto ordine di non raggiungere la discarica domani perché i mezzi troverebbero i cancelli chiusi. Un’altra grana che si va ad aggiungersi alla fittissima agenda di emergenze del commissario liquidatore Armando Di Maria. Si tratta della terza chiusura in otto giorni, proprio oggi Messinambiente era riuscita a ripulire la città dall’immondizia che si era accumulata a causa di quelle due chiusure.
Notizia che arriva in un giorno già difficile per il commissario Di Maria alle prese, ancora una volta, con l’incubo gasolio. Un problema che si ripresenta a distanza di pochi mesi e che se non verrà risolto nel più breve tempo possibile costringerà i mezzi a rimanere fermi. Il commissario liquidatore questa mattina è tornato, come ormai fa quasi tutti i giorni, a chiedere notizie a Palazzo Zanca. Oggi la società ha ricevuto l’ultima fornitura di gasolio che basterà fino a domani, massimo dopodomani. Nel frattempo i mezzi raccoglieranno ma non potranno scaricare, e dunque doppio problema. Finito quel carburante i mezzi non potranno più uscire dall’autoparco e non potranno effettuare la raccolta. Per tamponare subito questa emergenza servirebbero circa 130 mila euro. Il commissario Di Maria sta provando in tutti i modi a recuperare questa cifra per evitare un nuovo stop del servizio, ma questa è solo l’ultima emergenza in ordine di tempo che si va ad aggiungere ad un quadro non proprio felice per la partecipata che gestisce i rifiuti in città.
I soldi di cui Messinambiente ha bisogno non sono solo quelli per il carburante. Restano da pagare i 400 mila euro per le assicurazioni dei mezzi subito rinnovate, proprio per evitare di fermare gli autocompattatori, ma ancora non pagate. Poi, problema forse ancor più stringente, servono i soldi per gli stipendi dei 534 dipendenti. I lavoratori sono fermi al pagamento dello stipendio di novembre, non hanno ricevuto dicembre e la tredicesima, la tensione inizia a salire e non è escluso che da qui a pochi giorni potrebbe riesplodere la protesta. (Francesca Stornante)