La violenta tempesta di ostro, attivata dal profondo ciclone mediterraneo di 988 hPa in risalita verso il basso Tirreno, che sta sferzando il messinese tirrenico, è riuscita a far fruttare un record eolico assoluto di tutto rispetto. Durante la fase clou delle bufere di vento, quando la costa tirrenica messinese era flagellata da impetuose raffiche di vento di caduta dai crinali dei Peloritani, la stazione meteorologica di Novara di Sicilia, gestita dal “SIAS” (servizio informativo agrometeorologico siciliano), ha registrato una raffica di picco “eccezionale”, di ben 188 km/h. Si tratta di un dato veramente eccezionale, degno di un record, che purtroppo avrà arreccato anche dei danni significativi nell’area.
Difatti, in attesa della validazione del dato dal “SIAS”, i 188 km/h raggiunti questa sera dalla stazione meteorologica di Novara di Sicilia rappresentano il valore anemometrico più elevato mai raggiunto in Sicilia, dalle stazioni della rete “SIAS”. Viene così letteralmente stracciato il precedente record di 174 km/h, raggiunto il 6 Marzo 2013 dalla vicina stazione di San Pierniceto, sempre gestita dal “SIAS”. Tanto per dare un’idea i 188 km/h fatti da Novara di Sicilia, equivalgono ai venti prodotti da un uragano della 2^ categoria sulla scala Saffir-Simpson.
Raffiche di una simile intensità si possono raggiungere sul Golfo di Trieste, durante le tempeste di bora associate a fitti “gradienti barici orizzontale” fra Alpi Dinariche e Italia centrale, o all’interno delle Bocche di Bonifacio, come sulle coste orientali della Sardegna, soggette ai venti di caduta indotte dai fortissimi venti di ponente e maestrale che spesso sferzano l’isola, con raffiche fino a 140-150 km/h.
Un dato di tutto rispetto che ha pochissimi precedenti in Sicilia, almeno per quel che concerne le stazioni ubicate a quote collinari o sul livello del mare. Bisogna pure dire che quella di Novara di Sicilia, assieme a San Pierniceto, è una stazione particolarmente esposta alla furia dei venti di caduta, originati dai possenti flussi sciroccali che investono in pieno la Sicilia ed il bacino centrale del Mediterraneo, in determinate situazioni sinottiche, accompagnate da un fitto “gradiente barico orizzontale”, spesso disposto con i propri massimi lungo il bacino tirrenico (isobare molto strette).
Non è difficile che la stazione, durante fasi sciroccali particolarmente intense, con una sostenuta ventilazione meridionale nei bassi strati, riesce a registrare picchi di raffica veramente ragguardevoli, con punte che possono oltrepassare agevolmente la soglia dei 110-120 km/h, mentre nelle stazioni attigue, meno esposte alle raffiche “catabatiche” che tendono a incanalarsi lungo le principali vallate dei Peloritani, in genere non si va oltre gli 80-90 km/h. Va pure specificato che quella di Novara di Sicilia è una stazione che ottiene ottime performance anemometriche per una situazione più da “crinale”. Mentre la stazione meteo di San Pierniceto detiene una particolare propensione alle raffiche di caduta da SE e S-SE, le quali tendono ad acquistare ulteriore forza e velocità quando si trovano a scendere lungo la valle del Niceto, che degrada verso la costa milazzese.
Quella di oggi verrà annoverata come una delle tempeste di ostro più intense registrate in questi ultimi anni sulle coste della Sicilia tirrenica. Come abbiamo più volte ribadito lo scirocco, così come l’ostro, è un vento che molte volte arreca violente burrasche di vento sulla fascia tirrenica siciliana, dato che le correnti da SE e S-SE, dopo aver scavalcato rapidamente i crinali di Nebrodi e Peloritani, si buttano con raffiche impetuose di caduta (“catabatiche”) verso la fascia litoranea, acquistando ulteriore velocità durante la brusca discesa e presentando una componente molto turbolenta e rafficosa, causa lo scavalcamento orografico.
In queste situazioni, quando nei medi e bassi strati prevale un flusso sud-orientale ben strutturato fino ai 2000-2500 metri, le vallate dei Peloritani, che degradano da SE a NO verso il Tirreno, favoriscono una più rapida “canalizzazione” del flusso eolico sciroccale, il quale tende ad acquistare notevole velocità, amplificandosi per l’effetto dell’incanalamento orografico, specie in prossimità dei grandi torrenti (fiumare). L’effetto dell’incanalamento orografico, all’interno delle valli che caratterizzano la dorsale dei Peloritani, va a sommarsi al forte “gradiente”.
Se poi le isobare, già strette fra loro, tendono a disporsi quasi in parallelo con l’orientamento delle vallate dei Peloritani, le intense correnti attivate dal fitto “gradiente barico” possono localmente “degenerare” in vere e proprie tempeste o autentici fortunali, con raffiche molto turbolente che toccano agevolmente i 100-130 km/h all’uscita delle principali vallate. Questo perché la stessa conformazione della vallata permette di scaricare verso il basso tutto il flusso presente nella medio-bassa troposfera.
Se a ciò aggiungiamo la presenza di un forte “gradiente barico orizzontale” disposto proprio sul bacino tirrenico, con un fitto addensamento di isobare a prevalente curvatura ciclonica, si scatena il massimo eolico associato a quel determinato tipo di situazione sinottica. Sono stati questi gli elementi hanno contribuito a far scatenare la furiosa tempesta di scirocco che ha spazzato l’intera costa tirrenica siciliana, ed in particolare il messinese.