Ieri il sindaco Cateno De Luca ha aperto una nuova fase di tribolazioni e incertezza. Con l’annuncio delle dimissioni, seguito poi dalla lettera ufficiale depositata a Palazzo Zancain cui "rassegna le proprie dimissioni da sindaco di Messina a far data dall'8 ottobre 2018” e le parole di fuoco usate in conferenza stampa, De Luca ha fissato le prossime date clou di questo mandato amministrativo pieno di colpi di scena e polemiche. Immancabili gli attacchi al consiglio comunale, ma poche le voci che si sono levate dall’aula per contestare le accuse del primo cittadino.
Ieri non hanno perso tempo i consiglieri di LiberaMe che subito dopo le parole del sindaco hanno convocato una conferenza stampa estemporanea per dire a De Luca di non usare il consiglio come alibi (VEDI QUI).
Un altro consigliere che ha voluto replicare a De Luca è Libero Gioveni del Pd che ha messo in sequenza le delibere finora trattate dal consigliocon i relativi esiti per dimostrare con atti alla mano che l’atteggiamento avuto dall’aula in questi primi tre mesi di mandato è stato tutt’altro che ostruzionistico.
Gioveni ricorda che il primo atto sottoposto al consiglio comunale, in cui De Luca non ha neanche un consigliere, è stato il Piano di azione per l'agglomerato di Messina per la riduzione dell'inquinamento acustico. Esito del voto: approvazione all’unanimità il 16 luglio. Poi è toccato all’ordine del giorno indirizzato alla Regione Siciliana per la dichiarazione dello stato di emergenza sul Risanamento con invio di relative risorse per lo sbaraccamento:approvato all’unanimità il 30 agosto. E’ seguita la delibera per la costituzione dell'Agenzia del Risanamento istituita dalla legge per l'accorpamento delle competenze fra Comune e IACP per accelerare le procedure di sbaraccamento e assegnazione alloggi:approvata all’unanimità il 4 settembre. Poi c’è stato il Piano Triennale delle Opere Pubbliche :approvato all’unanimità il 19 settembre. La stessa sera c’è stato anche il Bilancio di Previsione 2018 che garantisce il mantenimento dei servizi ai cittadini:approvato a maggioranza con la presenza record di 31 consiglierisu 32 (uno era assente giustificato perché in viaggio di nozze).Infine durante l’ultima seduta di giovedì sera ci sono state in discussione la delibera per l’assegnazione di 50 alloggi a villaggio Matteotti all'Annunziata e nuovo Regolamento del Consiglio Comunale: avviata la discussione l'impegno ad approvare entrambe le delibere mercoledì 3 ottobre perché mancavano i pareri dei Dirigenti a circa 50 emendamenti.
Gioveni cita poi gli apprezzamenti che si sono registrati da più parti in aula per le ordinanze sulle scuole sul Risanamento. Compresi quelli che lui stesso ha riconosciuto per la delibera di istituzione dell'ecopass e sul trattamento che riserva ai Dirigenti fin troppo "macchinosi".
Considerato anche che il sindaco da circa 1 mese ha vietato ad assessori e Dirigenti di presenziare alle Commissioni.Tutto questo per arrivare ad una conclusione: l’annuncio delle dimissioni del sindaco. «Questi sono fatti, tutto il resto sono chiacchiere. A questo punto andiamocene a casa tutti con l'arrivo di un inutile e dannoso Commissario per 9 mesi, ma che non si dica che la responsabilità sia del Consiglio Comunale».
Una voce di contestazione arriva anche dal coordinatore di Articolo1 Domenico Siracusano: «Al di là delle scelte sin qui compiute e dei molti annunci sbandierati ai quattro venti, questa ennesima provocazione del primo cittadino è inaccettabile. Messina è la tredicesima città d’Italia, un territorio vasto, oltre 200mila abitanti, una storia gloriosa e un futuro da costruire. Questa comunità non merita di essere trattata così. Siamo forse di fronte all’ennesima minaccia nei confronti del Consiglio Comunale, contando sulla paura dei consiglieri di vedere sciolto il consiglio a pochi mesi dall’elezione. È inaccettabile far assurgere il ricatto politico a modalità di governo di una città grande e complessa come Messina.
De Luca ha avuto l’onore di poter guidare la nostra città e dovrebbe rispondere con la responsabilità di chi prova, insieme alle altre forze politiche, sociali, sindacali, a costruire una prospettiva di rilancio della nostra comunità. Invece preferisce la guerriglia mediatica: rifugge dal confronto. Non è il primo Sindaco di Messina a non avere i numeri in Consiglio Comunale, ma ne’ Providenti ne’ Accorinti hanno avuto questo atteggiamento, minacciando dimissioni ad ogni piè sospinto. De Luca ha sbandierato ai quattro venti l’amore per la nostra sventurata città, ha dichiarato che si sarebbe occupato anima e corpo al suo rilancio. Ora dice di lasciare. Forse preferisce la più comoda poltrona all’Assemblea Regionale Siciliana? Perché nonostante le roboanti dichiarazioni, il Sindaco non si è dimesso da Parlamentare Regionale come aveva precedentemente dichiarato?
De Luca la smetta di provare a tenere sotto scacco la città, la finisca di minacciare dimissioni ogni due settimane – anche perché diventa sempre meno credibile. Messina è una città in grande difficoltà, con tanti problemi vecchi e nuovi, ha bisogno di una comunità che, insieme, riprenda in mano il suo destino.Con o senza De Luca».