Come anticipato nel precedente articolo, non si fanno attendere le reazioni delle sigle sindacali. Ad intervenire la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè, il responsabile di settore, Carmelo Pino e il segretario generale della Uil Trasporti Silvio Lasagni. I rappresentanti dei lavoratori esprimono fortissima preoccupazione in merito alla decisione del primo cittadino di procedere verso la strada della messa in liquidaizone dell’azienda, soprattutto per la tenuta dei livelli occupazionali e del servizio da garantire ai cittadini.
«Chiediamo un immediato incontro all’Amministratore unico della Messinambiente e al sindaco – dichiarano Crocè, Pino e Lasagni. Occorre fare chiarezza in ordine alla situazione economica finanziaria dell’azienda, anche con riferimento ai finanziamenti stanziati dalla regione Sicilia per ripianare i debiti, oltre che per lavoratori e utenti».
La decisione della messa in liquidazione dell’azienda cittadina, ribadiscono i sindacati, «dovrebbe essere assunta dal consiglio Comunale. Ricordiamo che il civico consesso ha votato un ordine del giorno per il mantenimento dell’azienda pubblica. Chiediamo pertanto concludono i sindacalisti l’immediata convocazione del consiglio».
Sulla vicenda Messinambiente interviene con una nota anche SEL: “Incredibile, scandaloso, assurdo. Possono essere tanti gli aggettivi con i quali definire l’atto deliberato dall’assemblea dei soci di Messinambiente spa con il quale il comune di Messina ha deciso di dichiarare la liquidazione della società. Non è difficile immaginare in primo luogo purtroppo gravi ripercussioni a breve tempo perché probabilmente i fornitori ed i creditori della società non se ne staranno con le mani in mano vedendo che il Comune dichiara la sua incapacità a garantire i debiti e la gestione di una società che fattura quasi 40 milioni di euro l’anno. Un atto sconsiderato a tutto danno, a nostro avviso, dei lavoratori di Messinambiente e dei cittadini. Liquidare Messinambiente, società controllata per il 99% dal comune di Messina, significa tra l’altro ammettere e sanzionare il fallimento della gestione comunale del settore rifiuti a causa delle scelte, o meglio delle non scelte, del sindaco Buzzanca e del presidente dell’ATO3 rifiuti Ruggeri, i veri liquidatori del settore. C’è materia, a nostro avviso, per un intervento della Corte dei Conti per danno all’erario visto che in questi anni si sono sperperati milioni di euro (quasi 40 milioni di euro annui) per una gestione che totalizza la più bassa percentuale di raccolta differenziata d’Italia (altro che Napoli!), e la più alta percentuale di rifiuti destinati allo smaltimento in discarica tal quali (ovvero quasi il 95%!)”. (E.DEP)