«L’ho detto fin dall’inizio: se ci renderemo conto che si sono irregolarità e anomalie saremo i primi a bloccare il progetto. E oggi non ci resta che aspettare per capire cosa succederà perché è tutto nelle mani della Regione. Di certo siamo pronti a cambiare rotta se ciò che ha decretato il Ministero all’Ambiente si rivelasse come uno scoglio insormontabile». L’assessore Daniele Ialacqua ripesca alcune sue dichiarazioni dei mesi scorsi per commentare il colpo mortale inferto direttamente da Roma al progetto di realizzazione dell’impianto di biostabilizzazione e relativa discarica che dovevano sorgere a Pace. Un progetto che, contro ogni previsione, questa amministrazione oltre un anno e mezzo fa decise di rispolverare e sostenere, facendolo diventare tra i punti cardine della programmazione della gestione dei rifiuti. Contro tutto e tutti, dovendosi difendere soprattutto dal fuoco amico arrivato da quelli che in passato erano stati suoi compagni di mille battaglie, Ialacqua ha sempre difeso la validità e l’importanza di questo impianto per liberare la città dalla dipendenza dalle discariche private. Lo ha fortemente voluto e ha perorato la causa alla Regione, ha seguito con grande attenzione il lavoro degli uffici palermitani che mettevano in piedi l’iter per affidare l’appalto da oltre 12 milioni di euro, ha inserito il biostabilizzatore e la nuova discarica in tutte le programmazioni che riguardano la gestione futura dei rifiuti. Compreso l’ultimo corposo atto esitato pochi giorni fa dalla giunta Accorinti, dove addirittura la discarica di Pace, così viene definita, rappresenta l’unica speranza per abbassare il costo dello smaltimento dei rifiuti (vedi articolo a parte).
Oggi però l’assessore appare meno sicuro e convinto. Di fronte ad un parere così chiaro e dirompente del Ministero all’Ambiente, che inserisce l’impianto di Pace tra quelle prescrizioni che la Regione deve rispettare per avere parere positivo non condizionato al Piano regionale dei rifiuti, anche l’assessore messinese sarebbe pronto a fare un passo indietro. Ma è tutto nelle mani della Regione che adesso dovrà decidere come rispondere a tutte le osservazioni che il Ministero Ambiente, di concerto con quello ai Beni culturali, ha mosso al Piano regionale. Nel frattempo Ialacqua prova a gettare un po’ di acqua sul fuoco su una vicenda che ha fatto riesplodere la polemica contro le politiche ambientali di questa amministrazione, accusata da più fronti di volere a parole una strategia rifiuti Zero e nei fatti programmare la costruzione di una discarica in zona Zps e protetta da vincoli paessaggistici ben precisi.
«Il progetto di Pace si era presentato come un’occasione per noi. La Regione avrebbe messo i soldi, quindi in un momento di emergenza rifiuti come quello che l’intera Sicilia vive da mesi questa sembrava la soluzione ideale. Ma se dovesse saltare tutto non significa che andrebbe in fumo la nostra politica di gestione dei rifiuti. Continueremmo sulla strada della raccolta differenziata in ottica rifiuti zero, con la consapevolezza però che il processo inevitabilmente diventa più lungo e con obiettivi, come il risparmio sui costi, che si allungano nel tempo».
L’assessore confessa di aver saputo di questo parere ministeriale lo scorso 8 giugno e di aver scritto immediatamente alla Regione per capire quali strategie intenderanno mettere in campo per provare a capire se ci sono margini di movimento per un nuovo parere, se le prescrizioni possono essere risolte in conferenza dei servizi. Ma c’è di più perché nel giorno successivo ha scritto anche al Dipartimento urbanistica di Palazzo Zanca per chiedere di valutare in quale altra zona della città potrebbe sorgere un impianto, anche diverso da quello che in questo momento è sulla carta. «Messina non può rinunciare ad avere un impianto in città, il ciclo dei rifiuti deve chiudersi in città altrimenti non riusciremo a toccare buoni risultati nonostante tutto l’impegno che possiamo mettere in esperienze come la raccolta porta a porta».
Ialacqua si toglie anche qualche sassolino della scarpa e contesta chi fino ad oggi lo ha criticato senza però produrre una sola alternativa. «Da coloro che brindano a questo stop al progetto a questo punto vorrei nuove soluzioni». E mentre Alessio Ciacci preferisce non eprimere un giudizio su questo parere arrivato come un fulmine a ciel sereno e ammette di non essersi mai interessato troppo al progetto, considerandolo fin dall’inizio “aleatorio”, c’è chi invece continua a puntare Ialacqua e il suo operato, stroncato di fatto da un parere ministeriale che dà ragione a chi si è battuto fin dal primo giorno contro una discarica a Pace.
Profonda soddisfazione viene espressa dell’Associazione MAN che sostiene da diversi anni insieme a WWF e Italia Nostra l’irrealizzabilità dell’opera. “Sconcertante che il Ministero dell’Ambiente sembra avere subito il parere del Ministero dei Beni Culturali, giunto quasi sommessamente dopo il pronunziamento della Commissione Tecnica Vas VIA. E’ stato infatti il Ministero dei Beni Culturali, su intervento della Soprintendenza di Messina, ad evidenziare, oltre alla vigenza del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 ed al contrasto del progetto con le previsioni di Piano, che l’area di Pace ricade pienamente all’interno della Zona di Protezione Speciale ITA030042 mentre nel Rapporto Ambientale si illustra come il suddetto impianto sia distante dai siti SIC e ZPS ricadenti nelle vicinanze.
Viene fuori pertanto in maniera eclatante la bugia che ha sostenuto l’impianto di Pace e su cui lo stesso Ministero dell’Ambiente, la Commissione Tecnica nazionale VAS VIA e la Regione Siciliana hanno mantenuto un incredibile silenzio fuorviante, nonostante le ripetute segnalazioni delle tre associazioni citate.
La presenza della ZPS infatti non consente la realizzazione della discarica e la Valutazione di Incidenza sul progetto è stata negativa, in contrasto con il parere di compatibilità ambientale positivo, così artatamente dichiarato nel Decreto di Autorizzazione Integrata ambientale”.
In prima linea anche i Verdi con Raffaella Spadaro che chiede l'immediata sospensione di quanto in atto anche alla piattaforma di Pace, il ripristino dei luoghi allo stato naturale e l'attivazione di politiche ambientali come da programma del Sindaco. “Stiamo valutando inoltre i possibili danni, incluso quello erariale”. Dai Verdi anche la richiesta di dimissioni dell' assessore Ialacqua ritenute ormai improcrastinabili.
Sulla stessa linea anche il Partito dei comunisti d’Italia: “Daniele Ialacqua, in un primo tempo (quando rivestiva la carica di presidente Legambiente) oppositore e ora (da assessore comunale) convinto sostenitore della dannosa opera, farebbe bene a togliere il disturbo e dimettersi. Lavoro e progetto inutili e dispendiosi per un’amministrazione che arranca e per una città che è sempre più stretta dalla morsa della fame. Neanche quellichec’eranoprima erano arrivati a tanto”.
Francesca Stornante