“Il MUOS di Niscemi incarnerà tutte le contraddizioni della globalizzazione neoliberista: ucciderà in nome della pace e dell’ordine sovranazionale; dilapiderà risorse umane e finanziarie infinite; arricchirà il complesso militare-industriale-finanziario transnazionale e le imprese siciliane in odor di mafia; rigenererà le ingiustizie; esautorerà ogni controllo dal basso, esproprierà democrazia e priverà di spazi di libertà e agibilità politica”. L’ultimo libro di Antonio Mazzeo, “Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo”, offre un’analisi meticolosa e dettagliata per cronistoria e dati riportati, circa l’ultimo terminale terrestre del sistema di controllo e comunicazioni satellitare della marina degli Stati Uniti: il Muos che verrà installato a Niscemi, nel cuore della riserva naturale della Sughereta. Il MUOS è uno dei progetti chiave per le guerre globali e automatizzate del XXI secolo, dai devastanti effetti sul territorio, l’ambiente, la salute delle popolazioni. Dalle guerre climatiche alle ripercussioni drammatiche sulla salute delle popolazioni, dalle battaglie condotte da droni e quindi ormai del tutto disumanizzate, all’individuazione e il conseguente respingimento dei barconi di migranti nel mediterraneo: tutti questi aspetti vengono analiticamente affrontati e riportati dall’autore.
Quella riportata nel libro è anche la storia di come si è giunti alla realizzazione di un' opera simile – con un impatto ambientale devastante e i conseguenti rischi per la salute delle popolazioni limitrofe – in Sicilia, riportando una lunga serie di connivenze e dietrofront, sia del governo nazionale sia della stessa Regione Siciliana, fino ad arrivare all’ormai celebre “revoca della revoca” delle autorizzazioni per i lavori , effettuata dall’attuale governatore Rosario Crocetta, a cui è dedicato un intero capitolo.Si parla anche dell’infiltrazione nei lavori del MUOS di aziende contigue alla criminalità mafiosa, in continuità a quanto già accaduto in Sicilia con la costruzione della base nucleare di Comiso nei primi anni Ottanta del secolo scorso e con la gestione di opere e servizi all’interno della grande stazione aeronavale di Sigonella, da cui dipende la stazione radio di Niscemi.
Sullo sfondo, come orizzonte costante che attraversa l’opera, la vasta mobilitazione popolare contro l’installazione americana e le politiche che l’hanno favorita. Quel movimento No Muos sorto in principio come una battaglia locale e trasformatosi in poco tempo in una lotta territoriale che coinvolge tutta la Sicilia e si lega a quelle nazionali, come quelle contro l’alta velocità in Val di Susa. I comitati No Muos sorti in quasi tutte le città dell’isola hanno dato nuova linfa ai movimenti territoriali, sperimentando nuovi metodi di comunicazione e di azione. Dal presidio permanente in contrada Ulmo, vicino la base americana nel cuore della riserva, alle mamme No Muos che enfatizzando il loro status meramente biologico hanno posto come non si era mai verificato prima l’accento sulla difesa della vita e delle generazioni future.
Nel libro viene inoltre sottolineato come il paradigma che ha portato all’istallazione del Muos in Sicilia risponda ad un preciso intento politico che vuole trasformare la regione in “un isola fortezza armata da un lato e in un grande lager per detenere indiscriminatamente rifugiati e migranti dall’altro. La logica della militarizzazione va infatti, di pari passo con quella delle politiche di respingimento dei migranti. Il Muos e i droni che piloterà, rappresentano, infatti, l’estrema conseguenza di rendere invalicabile la frontiera dell’occidente e di spostarla prima sulle coste africane e poi direttamente nei deserti.Di tutto questo si è parlato anche alla presentazione cittadina del libro, ieri sera nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, a cui hanno preso parte come relatori, oltre all’autore, il consigliere comunale di Cambiamo Messina dal Basso, Luigi Sturniolo e l’attivista del Teatro Pinelli Occupato Samadhi Lipari. Il tutto è stato moderato dalla giornalista dell’Unità, Manuela Modica.
Antonio Mazzeo, giornalista e scrittore messinese, è stato il primo a denunciare i lavori del Muos nella riserva naturale di Niscemi,mettendo in evidenza tutte le conseguenze sul territorio e la popolazione. Ha realizzato inchieste sulla presenza mafiosa in Sicilia, l’infiltrazione criminale nella realizzazione delle Grandi Opere, i traffici di droga e armi, i processi di riarmo e militarizzazione nel Mediterraneo. Tra i volumi pubblicati: Sicilia armata (1991); Colombia l’ultimo inganno (2001); I Padrini del Ponte (2010); Un EcoMuostro a Niscemi (2012). Nel 2010 ha conseguito il Primo premio “Giorgio Bassani” di Italia Nostra per il giornalismo e nel 2013 il Secondo premio nazionale “Gruppo Zuccherificio” di Ravenna per il giornalismo d’inchiesta.