“C’entriamo la periferia! Il coraggio di essere comunità cristiana educa alla carità”, questo il titolo del XXXIII convegno annuale della Caritas diocesana di Messina, che si è tenuto questa mattina nel teatro dell’Istituto Cristo Re dei Padri Rogazionisti di viale Principe Umberto.
“Il tema”, dice il direttore di Caritas Messina, padre Gaetano Tripodo, “è stato scelto sulla scia delle indicazioni pastorali di Papa Francesco e del Vescovo Calogero, che invitano appunto a mettere al centro la bellezza della comunità cristiana ed ad andare verso le periferie esistenziali e geografiche. Le periferie sono quei luoghi a cui non si presta la giusta attenzione, non solo economica. Si fa molto poco per aiutare queste zone a risolvere i loro problemi. C’entrare la periferia significa anche riconoscere questi luoghi come una risorsa. Infatti, esiste un notevole numero di volontari che si dedicano silenziosamente al territorio e alla gente con spirito di carità e amore”.
A salutare i presenti, dopo una breve introduzione di Angela Sturiale, animatrice di comunità nonché moderatrice del convegno, l’Arcivescovo di Messina Calogero La Piana che ha sottolineato l’importanza del significato di carità verso Dio e verso i fratelli. “Il tema dell’evento è impegnativo soprattutto se ci caliamo nel contesto drammatico in cui viviamo. Il titolo C’entriamo la periferia si presta ad una duplice lettura, amare la periferia e dunque centrare la periferia, ed entrare nella periferia, che, è sì un ambiente geografico ma anche uno spazio esistenziale legato alle realtà sociali ignorate, alle sofferenze e alle fragilità umane, allo smarrimento di senso ed al vuoto”.
Mons. La Piana ha inoltre posto l’accento sulla nobiltà d’animo come base necessaria per un autentico gesto di carità. “Le ragioni devono essere nobili altrimenti i gesti diventano ipocriti e scadono nel protagonismo e nell’esibizionismo. Dobbiamo educarci alla carità”.
A seguire, l’intervento del sindaco Renato Accorinti, un invito rivolto alla comunità e alla cittadinanza. “Nelle periferie occorre debellare la parte negativa ed esaltare la parte positiva e per farlo dobbiamo partire da noi. I nemici da battere sono l’ego e l’ignavia. La politica è la forma più alta di carità diceva Paolo VI, dunque, dobbiamo pretendere dalle istituzioni la cura del bene comune. La politica deve servire in primis per gli ultimi. Mettiamo quindi insieme la carità sul tavolo delle istituzioni.”
Ospite del convegno anche il direttore della Caritas di Torino Pier Luigi Dovis, da poco eletto membro della Presidenza di Caritas italiana. “Siamo in un momento in cui si manifestano nuove periferie esistenziali a causa della degenerazione del tessuto sociale. Il rischio è la possibile creazione di due livelli divergenti all’interno della società”, dichiara Dovis, che aggiunge, “uno dei problemi più difficili da affrontare è certamente quello di riuscire a reperire una speranza. Sì perché in un primo momento, si pensava, si è detto, che la crisi sarebbe passata e che tutto sarebbe tornato come prima, ma adesso è evidente che il termine speranza ha cambiato significato. Vuol dire assumersi delle responsabilità. Ognuno di noi, ogni gruppo sociale deve assumersi le sue responsabilità. La politica ha un grande ruolo in questo, ma anche la Chiesa e la Caritas devono dare segnali di relazione. È necessario creare comunità perché le periferie siano permeate da questa speranza.” Dovis ha inoltre rivelato che la Caritas si muoverà in questa direzione nel prossimo futuro cercando di creare sinergie tra le varie comunità locali.
Hanno preso parte all’evento anche il Vice Prefetto De Joannon e la Dott.ssa Tripodo in rappresentanza della Provincia di Messina.
Ad arricchire ulteriormente i lavori del convegno, le testimonianze portate in sala dalle comunità parrocchiali S.Pio X di Fondo Fucile, S. Salvatore, S.Lucia sopra Contesse e S.Gerlando di Lampedusa.
“La periferia è un cumulo di problemi”, riportano le rappresentanti di Fondo Fucile, accompagnate dal Don Arcangelo Biondo, “ma si trovano anche persone coraggiose che nel silenzio si impegnano quotidianamente.” Negli ultimi tempi, Fondo Fucile si è impreziosito, anche grazie al supporto della Caritas, di un centro d’ascolto per le persone in difficoltà e dell’oratorio, centro socio-educativo, Don Luigi Guanella. Anche la Parrocchia di S. Lucia sopra Contesse porta il suo contributo. Il pastore, Padre Giovanni Ioppolo dichiara che “c’entrare le periferie significa andare a trovare Cristo nelle zone più povere, la Chiesa deve essere la luce del mondo”. Peraltro a S.Lucia, si è già avviato l’iter burocratico per la realizzazione di un centro socio-educativo come quello di Fondo Fucile, nei locali della scuola media Catalfamo.
Il messaggio della Caritas è dunque la necessità di affrontare una sfida, quella di crescere come comunità che educano alla prossimità. Per dirla con le parole di Mons. La Piana, “La nostra azione pastorale deve farsi più vicina alla vita delle persone, attenta agli ambiti fondamentali intorno a cui si dispiega l’esistenza umana”.
Gabriele Quattrocchi