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I 18 mila messinesi del reddito di cittadinanza.

L’Inps di Messina ha iniziato in questi giorni l’estrazione dei dati della prima tranche di domande per il reddito di cittadinanza. I numeri non smentiscono quelle che erano le previsioni iniziali: Messina e la sua provincia hanno già raccolto 18.449 richieste per accedere al sussidiointrodotto dal governo gialloverde. Tra Caf, Uffici postali e domande online, solo Messina città ha fatto contare ben 8.170 domande.

I numeri ufficiali sono direttamente dell’Inps, anche se, ci ha spiegato il direttore Marcello Mastrojeni, sono ancora in costante aggiornamento perché continuano ad arrivare nel sistema Inps nuove domande.

Il dato di partenza però è questo. Nel primo mese del reddito di cittadinanza, 18 mila cittadini di Messina e provincia si sono messi in coda tra Caf e Posta per provare a rientrare in quella platea che dalla fine del mese dovrebbe iniziare a percepire il reddito di cittadinanza.

I numeri della provincia

Ma vediamo nel dettaglio cosa dicono i numeri delle diverse agenzie dell’Inps di Messina disseminate nella provincia. Perché se è vero che solo Messina città ha totalizzato 8 mila domande, è anche vero che le restanti 10 mila sono quelle che fotografano il tessuto economico del resto della provincia.

Barcellona ha raccolto 2.402 richieste, Milazzo ne ha totalizzate 2.312, l’agenzia di S. Agata Militello ne ha raccolte 2.044, Patti invece 1.898, è andata meglio sulla zona ionica dove gli uffici di S. Teresa Riva hanno conteggiato fino ad oggi 1.623 domande.

Le donne in maggioranza

Sempre dall’analisi di questi primi numeri, l’Inps ha rilevato che sul totale dei richiedenti c’è una prevalenza femminile: il 53% sono infatti le domande inoltrate dalle donne, il restante 47% sono uomini.

Le fasce di età

L’Inps ha effettuato anche il controllo per fasce di età e il dato che emerge è che la maggioranza di chi ha fatto domanda è nella fascia di età che va dai 41 ai 60 anni. Dunque, non sono i giovani ad aver fatto la corsa al reddito di cittadinanza, ma soprattutto uomini e donne che evidentemente hanno perso il lavoro o comunque non hanno trovato modo di trovare un’occupazione.

Nel dettaglio c’è un 11% nella fascia tra i 19 e i 30 anni, la percentuale sale al 21% dei richiedenti che hanno tra i 31 e i 40 anni, poi c’è un 25% tra i 41 e i 50 anni, un 22% tra i 51 e i 50 e un 10% tra i 61 e i 66 anni.

Pensioni di cittadinanza

Nella platea messinese che ha inoltrato domanda ci sono anche 2.025 richieste per la pensione di cittadinanza divisa per fasce di età che vanno dai 67 ai 96 anni. Anche in questo caso le donne sono in maggioranza: il 60% sono le donne, il 40% gli uomini.

In questo momento gli uffici Inps hanno messo in moto la macchina che dovrebbe portare entro fine mese ai pagamenti dei primi beneficiari che ne avranno diritto e che dunque riceveranno la carta delle Poste per poter ottenere il sussidio.

Il confronto con il Reddito di inclusione

Il Direttore Mastrojeni ci spiega che si tratta di dati che confrontati con il Rei, il reddito di inclusione, confermano la fotografia economica del nostro territorio. Ovviamente il rei, che rappresenta un po’ il genitore del Reddito di cittadinanza, aveva requisiti più stretti e dunque adesso i numeri sono cresciuti. Ma il trend dopo il primo test è stato confermato. E si tratta di numeri sintomatici del livello di povertà della città. Già con il Reddito di inclusione, l’Inps di Messina aveva analizzato la situazione di Messina e provincia in relazione a Como e Perugia, due realtà del nord e del centro Italia simili per numero di popolazione. In quel caso addirittura i casi non erano confrontabili, perché Messina aveva numeri di richieste 10 volte superiori a Como e ben 5 volte superiori rispetto a Perugia. E anche con il Reddito di cittadinanza il quadro sembra essere lo stesso.

A livello nazionale, secondo il report dell’Inps sono state più di 670 mila le domande finora pervenute agli uffici. A livello regionale, al primo posto c’è la Campania con 118 mila domande, seguita dalla Sicilia con 108 mila domande, staccata la Lombardia con 65mila, Lazio 61 mila, Puglia 59 mila, Calabria con 47mila. Via via, tutte le altre regioni italiane.

Francesca Stornante