Come nel 2016, si è costituito a Palermo il Comitato Giuristi Siciliani per il NO al referendum costituzionale sul taglio della democrazia, su iniziativa del prof. Gaetano Armao, che ha poi rinunziato a qualsiasi ruolo di rappresentanza in ragione della sua attuale veste di Vice Presidente della Regione Siciliana. Il Comitato si è strutturato su tutto il territorio regionale in vista degli ultimi giorni utili per la campagna elettorale in difesa della Costituzione.
Enzo Palumbo, socio fondatore del Comitato Nazionale NoiNO e responsabile del Comitato Giuristi Siciliani per la Provincia di Messina, ha dichiarato: “Domenica e lunedì prossimi saremo chiamati a valutare col nostro voto una riforma costituzionale sbagliata e pericolosa che, per di più, penalizza in modo insopportabile i cittadini del sud e delle isole, compresa la nostra Sicilia: basti pensare che il numero di abitanti per eleggere un senatore in Molise sarà di 156.830, in Trentino A. A di 171.579 (Trentino Alto Adige e in Basilicata di 192.678, mentre in Sicilia si eleggerà un senatore ogni 312.681 abitanti, e nelle altre regioni andrà pure peggio (p. e., in Calabria 1 ogni 326.508, in Sardegna 1 ogni 327.872).
Anche in quest’ occasione, come nel 2016, la mobilitazione dei giuristi siciliani in difesa della Costituzione è stata immediata e significativa con l’impegno di tanti colleghi responsabili dei rispettivi territori comunali, tra i quali l’avv. Gaetano Majolino a Messina, l’avv. Giuseppe Mauro Aquino a Patti, l’avv. Paola Pirri a Barcellona Pozzo Di Gotto, e tanti altri che si vanno aggiungendo. Una presenza capillare e qualificata che consentirà di respingere le rappresentazioni con le quali si cerca di portare avanti una iforma basata su motivazioni che il Comitato di giuristi definisce:
“Basterebbero le presunte ragioni del SI per votare convintamente un sonoro NO al Referendum” conclude Palumbo, “ma occorre anche ricordare che il M5Stelle con la sua proposta sta provando a tagliare la rappresentanza democratica dei cittadini e dei territori, non i parlamentari”.