Attualità

Reggio, 30 anni dopo via D’Amelio: inaugurata la “panchina parlante” per Borsellino e la scorta

REGGIO CALABRIA – «Lo Stato c’è. Lo Stato va rispettato e bisogna ricominciare a parlarne. A partire dalle scuole». Così il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Paolo Brunetti, all’inaugurazione – in vista del trentennale della strage di via D’Amelio che ricorrerà domani, 19 luglio – di una “panchina parlante” in memoria di Paolo Borsellino e dei cinque uomini della sua scorta nella centralissima area vicina a piazza Castello.

Praticamente incastonata fra Liceo classico “Tommaso Campanella”, Convitto “Tommaso Campanella” e scuole medie “Galileo Galilei” e “Venezia Trento”, adesso la piazzetta adiacente all’ingresso del Castello aragonese simbolicamente evoca per intero la bandiera italiana: al rosso della panchina “antiviolenza” e al bianco di quella “partigiana” s’è aggiunto infatti il verde di quest’ultima “panchina parlante”, quella antimafia che perpetua il ricordo del magistrato del “pool Caponnetto” che fece la Storia a Palermo e dei ragazzi che facevano da scorta a Borsellino.

La mafia? «Se la gioventù le negherà il consenso…»

«Se la gioventù le negherà il consenso, anche la mafia svanirà come un incubo», sono le parole del magistrato trucidato da Cosa Nostra nel ‘92 incise sulla “panchina parlante”, i

All’inaugurazione, registrate anche le presenze del procuratore generale presso la Corte d’appello Gerardo Dominijanni, del procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, del prefetto Massimo Mariani e dei vertici locali delle forze dell’ordine, del sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace, dell’ex assessore comunale alla Legalità Rosanna Scopelliti, dell’assessore comunale all’Istruzione Lucia Nucera e del consigliere comunale al Decoro urbano Massimiliano Merenda.

«In questo modo – fa eco l’assessore comunale alla Legalità Giuggi Palmenta – abbiamo completato un vero ‘largo della Legalità’, ricordando Paolo Borsellino e quel che ha fatto per il nostro Paese. Il senso della vicinanza alle scuole, poi, è proprio questo: che i giovani possano informarsi, conoscere e sapere come sono andate le cose».