REGGIO CALABRIA – Quanto sono state “morsi” dal Covid i sistemi economici e le imprese di Reggio e dell’intera Calabria?
Pur in un contesto di generale contrazione, le province meridionali – e il territorio metropolitano reggino tra queste – hanno dimostrato una maggior resilienza.
Nel 2020, infatti, la ricchezza prodotta diminuisce del -7,2% in Italia e del -7,7% in Calabria; la variazione che ha riguardato la Città metropolitana di Reggio Calabria, seppur negativa, è stata comunque meno consistente e pari a -5,6%. Lo segnala il Rapporto sull’economia della città metropolitana di Reggio Calabria 2021, pubblicato dalla Camera di commercio reggina.
Segnali negativi anche per il Pil (Prodotto interno lordo) pro-capite, che raggiunge quota 15.395 euro (-4,7% rispetto al 2019).
Nello stesso anno, invece, i dati mostrano una sostanziale stabilità delle imprese reggine (53.429) che crescono in termini di stock del +0,8% rispetto all’anno precedente: il saldo anagrafico, pari a 468 unità, è dato dalla differenza tra le 2.222 nuove iscrizioni e le 1.754 cessazioni.
Anche nel primo semestre 2021 continua la crescita numerica del tessuto imprenditoriale reggino; le imprese registrate, infatti, raggiungono quota 53.917, con un saldo positivo pari a 308, dato dalla differenza tra 596 iscrizioni e 288 cessazioni.
Questo miglioramento è solo apparentemente in contraddizione rispetto alle difficoltà che sta attraversando il sistema imprenditoriale. Il motivo per cui, nonostante la crisi pandemica e le restrizioni adottate, il numero di imprese registrate sia cresciuto, deriva soprattutto dal ridimensionamento delle cessazioni d’impresa (che rispetto al 2019 sono diminuite del -22,8 per cento).
I ristori, la Cassa integrazione Guadagni e le moratorie sui prestiti, infatti, hanno spinto molte imprese in crisi strutturale a ritardare la chiusura nell’attesa che gli strumenti di sostegno all’imprenditoria si esauriscano.
Allo stesso tempo, anche le iscrizioni si sono ridotte notevolmente (-13,4% rispetto al 2019), ma non abbastanza da rendere il saldo anagrafico negativo.
Amaro paradosso per quanto attiene al mercato del lavoro.
Nel 2020, si è verificata a livello locale una riduzione del numero di occupati (-1,2%) che raggiungono quota 141.700 e di persone in cerca di lavoro 25.770, pari al -23,4% rispetto al 2019.
Così, anche se c’è meno gente che ha un lavoro…, la riduzione delle persone in cerca di occupazione genera una diminuzione del tasso di disoccupazione (!) del territorio metropolitano, con una riduzione di 3,6 punti percentuali e si colloca su un valore pari al 15,3%.
Aumenta invece di circa 8 punti percentuali il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Il dato reggino, attestandosi su un valore pari al 44,6%, rappresenta ancora una volta una delle maggiori criticità del mercato del lavoro provinciale; basti pensare che supera di 15,2 punti il dato medio nazionale, pur trovandosi a 4,6 punti al di sotto del valore regionale, dove quasi un giovane su due non lavora.
Quanto alle imprese, le rilevazioni del Sistema informativo Excelsior avevano “fotografato” l’intenzione delle imprese presenti nel Reggino d’effettuare 13mila assunzioni nell’arco dell’anno 2020. Rispetto al trimestre agosto-ottobre 2021, emerge ora che tali aziende contano d’operare 5mila assunzioni, puntando soprattutto sull’innovazione, con una maggiore richiesta di competenze traversali digitali e green.
Quanto alle linee di credito, nel 2021 perdura la fase di espansione dei prestiti bancari che crescono nel primo trimestre ad un ritmo del +13,5% (rispetto allo stesso trimestre 2020).
Le severe “restrizioni da pandemia” che hanno stritolato il turismo nel 2020 si riflettono nei numeri.
L’anno scorso s’è registrato un pesantissimo -60,3% dei viaggiatori rispetto al 2019; i viaggiatori stranieri sono diminuiti del -83,9%, quelli italiani del -55,6%.
In termini assoluti, i turisti che hanno visitato il territorio reggino nel 2020 sono 98mila: 92 mila italiani e (solo) 7mila stranieri.
Nel secondo trimestre 2021, l’internazionalizzazione ha segnato una forte ripartenza con l’export pari a 87,2 milioni di euro, +87,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, superando i livelli del periodo pre-Covid.
Si tratta tuttavia di numeri modesti se paragonati al contesto nazionale, a conferma di una scarsa apertura al commercio internazionale nel Reggino: sia le esportazioni che le importazioni hanno, infatti, un’incidenza prossimo allo 0,1% sul dato nazionale.