REGGIO CALABRIA – Ha avuto luogo ieri pomeriggio al Seminario arcivescovile “Pio Undicesimo” di Reggio Calabria l’inaugurazione dell’Anno giudiziario per il Teic (il Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro) e il Teica (il Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro d’appello). Che si esprimono sul possibile annullamento dei matrimoni religiosi.
Introdurre è toccato all’arcivescovo reggino monsignor Fortunato Morrone , nella qualità di moderatore Teic, e al vescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, quale moderatore Teica. A cura del vescovo di Cassano Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Francesco Savino, la prolusione sul tema Il Tribunale ecclesiastico interdiocesano e il ruolo del Vescovo diocesano…
A “entrare nel merito” degli aspetti tecno-giuridici i vicari giudiziali, monsignor Vincenzo Varone (per il Teic) e monsignor Erasmo Napolitano (per il Teica: monsignor Napolitano però non era fisicamente presente, trattenuto da un piccolo incidente).
Ma certo è ben difficile parlare di cause d’annullamento dei matrimoni senza tener conto della società che cambia… E in effetti sia monsignor Savino sia monsignor Morrone, nei rispettivi atti di competenza e pure soffermandosi a parlare coi giornalisti, hanno evidenziato quanto sia importante cogliere aspetti legati ad esempio all’importanza e indissolubilità del vincolo matrimoniale contraendolo con assoluta serietà e impegno. Ma pure di quanto sia fondamentale tener conto che la Chiesa è un corpo per natura “dinamico”, per cui deve sempre interrogarsi sulla direzione che “qui e ora” lo Spirito le chiede di perseguire.
…Nello specifico del Teic – il Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro, giudice di prima istanza – le 122 cause definite con sentenza in media hanno avuto durata fra gli 8 e i 24 mesi, per un tempo medio di giacenza di 635 giorni. Vi si aggiungono i nove procedimenti breviòres.
Nel 55,1% dei casi, i matrimoni vengono annullati per “grave difetto di discrezione di giudizio”; tra le altre ragioni addotte, nel 12,8% dei casi, l’esclusione della prole.
Ridotte di 28 unità le giacenze rispetto al 2021; ma i 109 fascicoli aperti l’anno scorso mostrano una flessione di 4 cause rispetto all’anno precedente. Flessione che monsignor Varone riconduce al generale calo nel numero di matrimoni (non solo in Calabria), come pure all’ancora acerbo ricorso alla fase “pre-giudiziale”, nella quale vagliare fatti e ragioni addotte ed eventualmente indirizzare la coppia al Tribunale ecclesiastico.