REGGIO CALABRIA – “La Biennale dello Stretto è una grande occasione, un punto di vista nuovo, fresco, diverso su tutte quelle che possono essere le politiche di sviluppo di un territorio. E’ molto interessante il tema di questa edizione, legato all’acqua, di come ripensare l’organizzazione delle nostre città, alla luce dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, il come ragionare della realizzazione di infrastrutture strategiche, che però non devono essere semplicemente dei ‘lego’ messi lì a cavallo di due territori, ma devono essere condivisi e pensati per portare un effettivo un effettivo sviluppo”. Così il Sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo alla Biennale dello Stretto 2024, in fase di svolgimento a Forte Siacci, nel Comune di Campo Calabro, ad un confronto sulle ‘Azioni culturali’, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni territoriali, tra cui lo stesso sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci e la sindaca di Staiti, Giovanna Pellicanò.
“Dentro lo sviluppo di un territorio – ha aggiunto Falcomatà – naturalmente c’è un racconto diverso, un punto di vista che coniuga anche aspetti culturali, che offrono un valido supporto al lavoro che stiamo portando avanti per la candidatura di Reggio Calabria come Capitale della Cultura 2027, con lo Stretto protagonista da sempre come crocevia di popoli, culture, etnie che possono e devono convivere insieme”.
“E’ naturalmente un punto di partenza – ha evidenziato – anche alla luce dei tanti conflitti che oggi registriamo nel Mondo, nessuno si salva da solo, abbiamo quindi il dovere di dialogare, cooperare. La Biennale dello Stretto ne è la dimostrazione, anche rispetto ai nostri rapporti con la città di Messina, con la quale abbiamo avviato un dialogo ed un percorso di condivisione per attività, eventi ed iniziative. Queste due Città, che sono sorelle – ha concluso Falcomatà – soltanto dal dialogo e dalla condivisione possono trarre beneficio”.