REGGIO CALABRIA – Il responsabile nazionale Enti locali del Partito democratico, l’ex ministro Francesco Boccia, in Calabria da qualche tempo è anche più noto quale commissario provinciale del Pd cosentino.
Oggi pomeriggio è stato a Reggio Calabria per una discussione sul tema Il Mezzogiorno tra regionalismo differenziato e unità economica del Paese, insieme
al docente Unical Walter Nocito e al giornalista Marco Esposito, autore del pertinentissimo
testo Zero al Sud. Questo, nel
contesto delle iniziative per onorare i vent’anni dalla scomparsa di Italo
Falcomatà, ventennale che ricorrerà fra 5 giorni esatti, l’11 dicembre.
«La sua esperienza resta un punto di riferimento per chi ha a cuore le ragioni del Sud – così Boccia parla dell’indimenticato sindaco della “Primavera di Reggio” –, ed è stato uno dei primi sindaci del Sud a porre con forza alcune questioni di straordinaria attualità. Non è un caso che ne parliamo oggi, cercando di mettere insieme le ragioni della sussidiarietà e di un concetto d’autonomia che metta in primo piano innanzitutto i diritti delle persone. Falcomatà questi temi ce li aveva nel Dna: era un sindaco che viveva “per strada” – rammenta l’ex ministro agli Affari regionali –, e lo faceva proprio perché riteneva le esigenze dei cittadini, i diritti universali la priorità della politica. Se da queste parti avessimo seguìto maggiormente il suo esempio, probabilmente oggi avremmo un Mezzogiorno diverso».
Ovviamente è stata anche l’occasione giusta per chiedergli di un altro dualismo “cuore-razionalità”: quello che attanaglia proprio il Partito democratico, su scala nazionale e in Calabria forse anche di più… «Mah, guardate, il Pd è una grande comunità. Io a volte, scherzando, dico che dopo Poste italiane e Carabinieri ci siamo noi, visto che siamo presenti in oltre 4.600 Comuni… Una comunità, il Pd; dunque un’associazione tra persone. Per cui ci sono dei momenti belli e dei momenti altamente drammatici, dei momenti di grande sofferenza collettiva e dei momenti di grandi cambiamenti – entra capillarmente nel merito della questione Francesco Boccia –. Io sono orgoglioso di far politica con, attraverso, grazie al Partito democratico».
Un orgoglio da declinare sempre, ammonisce però Boccia; anche quando del partito, come dire?, non si ha la golden share… «Certamente. Quando si sta in un partito, ci si sta e in maggioranza e all’opposizione; ci si sta perché si crede nei Valori che esprime quel mondo. È la mia preghiera a tutti i militanti: oggi l’Italia ha bisogno di un Partito democratico ancora più forte. E non solo per arginare questa Destra sovranista, antieuropeista, anti-scienza… Fosse stato per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, noi avremmo avuto un’ecatombe per il Covid: non ho dimenticato di quando noi chiedevamo la proroga dell’emergenza sanitaria e loro votavano contro in Parlamento. Invece prima con Nicola Zingaretti e poi con Enrico Letta il Pd ha creduto nella scienza e adesso dovrà gestire il Recovery Fund, grande successo del Partito democratico e di Giuseppe Conte, che ha creduto in quell’azione».
D’accordo; ma dentro il Partito democratico, fin qui, più che un dialogo è parso che i protagonisti siano saliti su un ring, specie se vediamo quanto è accaduto a Cosenza… «Nessun ring: ci sono idee che vengono poste a confronto e poi la sintesi, come sempre – osserva il responsabile nazionale Enti locali dèm -, viene operata dalla base e dal voto. Di sicuro, nessuno deve sentirsi “proprietario delle idee di tutti”: le idee si confrontano, si mescolano, poi viene fuori un’idea collettiva. Enrico Letta lo sta indicando come percorso maestro, anche attraverso le agorà, le partecipazioni esterne… E poi c’è l’avanzata: qui in Calabria, ad esempio, Nicola Irto sta facendo un lavoro molto importante. Le sintesi operate dalle Federazioni, sui territori sono sotto gli occhi di tutti: se la via è quella indicata da Letta, alla fine ci si ritrova, se è l’autosufficienza arrogante che ha caratterizzato il Pd di qualche anno fa, è chiaro che non ci siamo… Ma ovviamente c’è sempre la dialettica maggioranza-opposizione; e sarà così anche stavolta». Beh, Boccia l’ha detto. Chi ha orecchie per intendere, intenda.