In Consiglio comunale, avevano voluto chiedere le dimissioni del sindaco Giuseppe Falcomatà con un gesto plateale ma pacifico. I consiglieri reggini di Forza Italia (il capogruppo Federico Milia, Antonino Caridi e Antonino Maiolino) tornano adesso sul tema per denunciare «l’arroganza della maggioranza» per un episodio, quello dello striscione con su scritto «Sindaco dimettiti, torniamo al voto!» in relazione alla vicenda dei presunti brogli elettorali alle Comunali del settembre scorso su cui sta indagando la Procura.
Striscione brandito degli esponenti azzurri e lestamente stracciato dal consigliere de La Svolta Massimiliano Merenda – anche perché, dicono dalla maggioranza, Caridi avrebbe impedito alla Polizia locale di portarlo via dall’Aula –, azione quest’ultima reputata «di una gravità inaudita».
Affermano i consiglieri forzisti che «esporre uno striscione che mostra un messaggio civile (seppur sconveniente per il destinatario) non è vietato da alcun regolamento», pur risultando sgradito «al sindaco e ai suoi “scagnozzi”» (così gli esponenti di FI).
In una nota stampa congiunta Milia, Caridi e Maiolino stigmatizzano il gesto di chi «non solo si è reso protagonista di un atto di pura inciviltà e prepotenza, ma per di più non è stato minimamente richiamato all’ordine da chi è deputato a mantenere l’ordine ed il rispetto all’interno di un’Aula comunale», ossia il presidente del Consiglio comunale Enzo Marra, concretando secondo i tre oppositori un «episodio di sopraffazione da parte di una squadra di governo che non accetta le critiche, non permette che si esprimano idee discordanti dal “Capo” o che si contesti la sfrontatezza di un Sindaco indifferente davanti al disastro in cui versa Reggio».
Un ennesimo segnale, ad avviso degli alfieri berlusconiani, dell’assenza d’agibilità democratica a Palazzo San Giorgio.