Depositati, presso la segreteria generale del Comune, i modelli della raccolta firme per il progetto di legge d’iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggiati il fascismo e il nazismo e la vendita e la prodizione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”. Vi hanno già aderito il sindaco Giuseppe Falcomatà e gli assessori comunali.
Ogni cittadino può sottoscrivere la petizione presso gli uffici di Palazzo San Giorgio, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e fino al prossimo 31 marzo. «E’ una battaglia di civiltà contro l’oblio ed il revisionismo storico», ha spiegato l’assessore al Welfare, Demetrio Delfino, aggiungendo: «Questa battaglia è sposata da numerosi Comuni italiani; a partire da quello di Stazzema, tristemente noto per l’eccidio del 1944 commesso dalle SS naziste che fucilarono 560 persone, fra le quali 130 bambini».
«Il sindaco, il vicesindaco e noi assessori comunali – ha affermato – abbiamo apposto la nostra firma. Profondamente conviti che mai si possano o si debbano sottovalutare possibili rischi legati a rigurgiti d’odio, intolleranza, sopraffazione e morte. Ovvero, tutto quello che hanno rappresentato e rappresentano il fascismo ed il nazismo in Italia e nel mondo». «Infatti – ha continuato l’assessore Delfino – il “Rapporto Italia 2020” dell’Eurispes ci dice che, dal 2004 ad oggi, è aumentato, dal 2,7 al 15,6%, il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai esistita. Il 61,7% degli italiani convolti nello studio afferma, poi, che vecchi e recenti episodi di antisemitismo siano casi isolati che non sono indice di un reale problema.”
“Per il 37,2% del campione analizzato, addirittura, si è trattato di bravate messe in atto per provocazione o per scherzo. Servono anticorpi legislativi per frenate in tempo possibili derive”. “Così – ha concluso il delegato alle Politiche sociali – alla vigilia della Giornata della Memoria, vogliamo ancora una volta ribadire, anche dalla nostra Città, l’importanza della Carta Costituzionale e dei suoi valori; rilanciando la necessità di una legge che non lasci spazio alla tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere, attraverso la propaganda, l’esposizione o la vendita di oggetti, simboli di quel passato tragico”.