È stata inaugurata, questo pomeriggio nel piazzale del Ce.Dir, la “Panchina fucsia“. Simbolo di lotta alla violenza sulle donne ed alla violenza di genere, donata alla città dall’associazione dei Giovani commercialisti reggini. All’iniziativa, promossa dall’Amministrazione comunale, con l’Assessore alle Pari Opportunità Giuggi Palmenta, in collaborazione con la Consigliera di Parità della Città Metropolitana, Paola Carbone. Presenti anche l’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e la Rete “25 Novembre…e oltre“. Sono intervenuti, inoltre, i vertici della Procura della Repubblica, del Tribunale e dell’ordine degli Avvocati.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel corso del suo intervento, ha parlato di “inclusione sociale e solidarietà quali valori ispiratori dell’azione del governo cittadino“. Il sindaco ha, poi, ricordato come “nelle differenze sta la cultura“. Ha stigmatizzato il gesto di chi, di fronte ad alcune scuole cittadine, ha affisso alcuni manifesti “fuorvianti e pericolosi per il percorso di crescita delle giovani generazioni“. “Abbiamo subito dato mandato alla nostra società Hermes – ha spiegato il sindaco Falcomatà – di farli coprire perché offensivi nei confronti delle donne e della libertà di scelta di ogni individuo”.
L’assessore alle Pari opportunità, Giuggi Palmenta, ha, quindi, sottolineato l’importanza del luogo scelto per installare la Panchina fucsia. “È qui, dove ogni giorno si svolge l’attività giudiziaria, che si concretizza l’impegno di tutte le istituzioni, della comunità territoriale, della magistratura e dell’Avvocatura per combattere tale odiosa forma di sopraffazione e sopruso». – conclude.
Alla consigliera di parità della Città Metropolitana, Paola Carbone, il compito di ricordare Stefania Noce. Una studentessa femminista e scrittrice siciliana uccisa dal fidanzato nel 2011. Alla giovane vittima, infatti, hanno dedicato una targa. La stessa affissa sulla spalliera della panchina, che recita: “Nessuna donna (né soggettività non eteronormata), può essere proprietà oppure ostaggio di un uomo, di uno Stato né tanto meno di una religione”. Sulla panchina compare anche una scritta che ricorda a tutte e tutti come per la violenza non ci sia mai posto.