“Continuiamo a credere che dentro la grave situazione della pandemia sanitaria cresca una altrettanto grave pandemia sociale. – E’ quanto sostengono La Strada e Riabitare Reggio in merito al Comitato per l’attuazione delle Politiche antimafia istituito dall’amministrazione comunale e non ancora entrato in funzione. – Una pandemia nella quale le malattie croniche della nostra città si aggravano e, in
un’economia già fiaccata con molti lavoratori senza diritti e a nero, osserviamo con preoccupazione come cresca la possibilità per la ‘ndrangheta di aumentare la propria capacità di investimento.
Occorre vigilare, non lasciare spazio a questa bestia che offende la nostra terra. Anche per questo ci siamo messi al lavoro e stiamo lavorando a proposte concrete per il nostro Comune. In questo studio abbiamo scoperto che un istituto di vigilanza e contrasto alla ‘ndrangheta il Comune lo avrebbe già.
Nel 2015, con un certo rilievo sulla stampa locale e nazionale, era stato costituito il “Comitato per l’attuazione delle Politiche antimafia”, con lo scopo di “verificare il fenomeno di stampo mafioso presente sul territorio con riferimento non solo agli appalti pubblici, ma anche alle infiltrazioni nelle occupazioni abusive degli edifici e ai fenomeni estorsivi legati alle attività commerciali”. Insomma, uno strumento quanto più necessario alla luce delle dinamiche del nostro territorio.
Un comitato al quale tecnici, esperti e attivisti partecipano gratuitamente, che, in stretta collaborazione col Sindaco, avrebbe dovuto e potuto lavorare alla prevenzione di fenomeni praticamente giornalieri, sui quali ascoltiamo – sempre a posteriori – commenti del tipo “voi distruggete, noi ricostruiamo”, “non vincerete mai”… Per questo all’ultimo Consiglio Comunale abbiamo presentato con il consigliere Saverio Pazzano un’interpellanza, per sapere cosa e come abbia prodotto il Comitato in questi anni.
Con molta onestà e chiarezza (cosa di cui la ringraziamo, perché non è affatto scontato) l’assessora alla Legalità Rosanna Scopelliti ci ha ringraziati perché è venuta a conoscenza grazie a noi dell’esistenza di questo Comitato e ha dichiarato che, per quanto può saperne, non ha mai operato. L’assessora è nominata da poco, e certo non può essere responsabilità sua se dal 2015 questa realtà non funziona.
Accogliamo quindi con fiducia il suo proposito di mettersi al lavoro subito su questo punto, individuandone e risolvendone le criticità. Vigileremo perché questo si realizzi, soprattutto perché questa pandemia apre, come detto, nuove strade per la ‘ndrangheta, in un contesto di grave crisi economica e sociale.
Bisogna operare presto. A proposito delle strumentali e mistificanti interpretazioni sulla separazione dei poteri dello Stato, questo è
esattamente ciò che dovrebbe fare un Comune: esercitare le proprie funzioni di vigilanza e controllo e di prevenzione, niente di più e niente di meno”.