Dall’inizio del percorso a Reggio Calabria del movimento transnazionale femminista Non Una Di Meno la Collettiva AutonoMIA n’é stata cofondatrice. Parte integrante insieme ad altre associazioni e singole persone. Non possiamo dimenticare le tante battaglie condotte insieme. Così come non possiamo dimenticare che in un passato recente abbiamo ricordato, attraverso comunicati stampa riguardo coinvolgimenti del consigliere Ripepi in fatti di cronaca, gli episodi avevano riguardato anche la Collettiva AutonoMIA e Luciana Bova.
Comportamenti, ricordiamo, tenuti non solo in occasione di un Consiglio Comunale durante l’approvazione delle unioni civili ma anche e soprattutto, durante un pubblico convegno organizzato proprio dalla Collettiva nell’aprile 2015, che partiva proprio dall’analisi della ben nota mozione sulla famiglia naturale e lo vedeva tra i relatori con l’allora Presidente Delfino, due docenti universitarie ed una nota giornalista reggina come moderatrice.
Viene difficile a molte di noi dimenticare quel pomeriggio in cui quello che voleva essere un confronto è diventato, grazie ai comportamenti costantemente “aggressivi” dei seguaci del papà Ripepi, uno scontro continuo che ha visto spesso attaccate anche le due docenti universitarie presenti all’incontro, oltra alla moderatrice ad altri. – Lo rende noto in un comunicato stampa il movimento a sostegno di Luciana Bova.
Ci viene ancor più difficile dimenticare le “violenze verbali, insulti, provocazioni ed intimidazioni susseguitesi per settimane sui social in particolare proprio nei confronti della nostra sorella e compagna Luciana Bova. Prova n’è anche una pagina fb appositamente dedicata. La sua colpa evidentemente era quella di essere una nota attivista e cofondatrice della Collettiva. Quella Collettiva che per prima in città aveva preso posizione netta contro una mozione ritenuta estremamente omofoba e confessionale mettendoci la faccia.
Giovedì 7 gennaio 2021 si presenterà, finalmente, con il processo a uno dei membri della comunità PACE e dell’Istituto per la Famiglia G.Perri, imputato per diffamazione aggravata nei confronti di Luciana Bova per i fatti su descritti l’occasione di un riscatto per lei. Idealmente, però, anche di tutte noi, che abbiamo atteso ben sei lunghi anni che qualcosa si smuovesse e la giustizia facesse il suo corso. Un’attesa che comunque non ci ha fermate. Abbiamo continuato a portare avanti le nostre lotte ed i nostri percorsi.
Come NUDM RC siamo vicine a Luciana che ormai trasferitasi in altra città, non ha mai smesso di seguirci e far “idealmente” parte del nostro nodo territoriale. Non ci piegheremo ne taceranno mai. Continueremo a lottare affinché il nostro territorio diventi un territorio libero da tutti quegli stereotipi e pregiudizi che hanno origine dalla cultura patriarcale. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo con la “presenza” dei nostri corpi dissidenti. SE TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE !!!