Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione di protesta davanti al Consiglio della regione Calabria, promossa dal “Coordinamento unico delle strutture psichiatriche”. Una protesta partecipata e decisa allo stesso tempo, dov’è stata nuovamente espressa preoccupazione sull’immobilismo che affligge il settore con gravissime conseguenze per gli utenti, i familiari, i lavoratori, le cooperative impegnate nella gestione del servizio.
I dimostranti hanno chiesto per l’ennesima volta il ripristino di condizioni di civiltà, che latitano da troppo tempo nell’approccio che i rappresentanti della pubblica amministrazione stanno riservando a questo delicatissimo ed importantissimo settore. La delegazione dei manifestanti, composta dai referenti delle cooperative sociali che gestiscono la residenzialità psichiatrica nella provincia di Reggio Calabria, a partire da Confcooperative, Legacoop Calabria, Unci, sindacati e organizzazioni dei lavoratori Cisl Fp, Coolap e Us, insieme ad una rappresentanza dei familiari degli utenti, come viene riportato in una nota “ha ribadito al presidente della Giunta, Spirlì ed al presidente del Consiglio regionale, Arruzzolo, la improrogabile necessità di una svolta: occorrono fatti, non parole al vento.
Deve essere immediatamente rimosso il blocco dei ricoveri,- prosegue sempre la nota – devono essere immediatamente erogati i pagamenti delle prestazioni rese, si devono riformulare i parametri del servizio in modo da garantire agli utenti servizi in linea con quelli erogati nelle regioni “virtuose”, ai lavoratori condizioni adeguate alla complessità del servizio erogato. I rappresentanti dei familiari hanno evidenziato che, mentre gli utenti versano regolarmente la loro quota di compartecipazione (che in diversi casi lambisce i 1.000 euro mensili), gli enti locali omettono persino la relativa corresponsione delle rette alle cooperative; i familiari si riservano pertanto la valutazione legale di eventuali comportamenti omissivi che di certo si riversano a danno dei ricoverati”.
La delegazione ha poi evidenziato come, dal 2009 ad oggi, si siano succedute schizofrenicamente diverse direttive impartite dagli enti locali. “Così tra “contratti ponte” che avrebbero dovuto avere durata di qualche mese ed invece perdurano da 10 anni, le cooperative sono state chiamate per ben tre volte dalla Regione e dall’Asp a presentare istanze di definitivo accreditamento. In questo carosello, sin troppo affine al “gioco” della tela di Penelope, perpetrato tra Regione ed Asp, – viene sottolineato – le cooperative hanno dovuto affrontare ingenti investimenti, per veder poi lese le proprie legittime aspettative”.
Dal canto loro, sia il presidente della Giunta che il presidente del Consiglio regionale, hanno assicurato ai manifestanti l’impegno a risolvere le problematiche incombenti entro una settimana. Ad ogni modo, nell’attesa che venga risolta questa ormai annosa questione, i manifestanti hanno fatto sapere che lo stato di agitazione continua e la delegazione ha comunicato agli stessi interlocutori che continueranno le azioni di protesta, con un sit-in per giovedì 24 giugno presso la sede dell’ASP di Reggio Calabria.