Al termine di complesse ed articolate indagini coordinate
dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio
Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, la Squadra Mobile e il
Commissariato di P.S. di Palmi, con il concorso degli equipaggi del Reparto
Prevenzione Crimine e delle Squadre Mobili di Milano, Ancona, Pesaro Urbino,
Udine, Potenza, Sassari e Rovigo – sotto le direttive del Procuratore Aggiunto
Calogero Gaetano PACI e del Sostituto Procuratore Giulia Pantano – hanno eseguito
un’ordinanza di applicazione di misure cautelari e contestuale decreto di
sequestro nei confronti dei seguenti 9 soggetti, indagati, a vario titolo, per
concorso esterno in associazione mafiosa (cosca ALVARO), trasferimento
fraudolento di valori ed autoriciclaggio, con l’aggravante di aver agevolato
l’associazione mafiosa:
- Laurendi
Domenico alias “Rocchellina”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte
(RC) il 7.10.1969, già detenuto [destinatario
della misura della custodia cautelare in carcere ed indagato per trasferimento
fraudolento di valori ed autoriciclaggio, aggravati dall’aver agevolato
l’associazione mafiosa];
- Lupoi Natale alias “Beccaccia”, nato a Sinopoli (RC) il 10.6.1975, residente a
Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), già detenuto [destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed
indagato per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dall’aver
agevolato l’associazione mafiosa];
- Gagliostro Antonino alias “u mutu”, nato a Reggio Calabria il 5.5.1973, residente a
Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), già detenuto [destinatario della misura della custodia cautelare in carcere ed
indagato per autoriciclaggio, aggravato dall’aver agevolato
l’associazione mafiosa];
- Laurendi Rocco, nato a Cinquefrondi (RC) il
3.10.1996, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), già detenuto [destinatario della misura della custodia
cautelare in carcere ed indagato per trasferimento fraudolento, aggravato
dall’aver agevolato l’associazione mafiosa];
- Salerno Saverio, nato a Bagnara Calabra (RC) il
23.2.1959, ivi residente [destinatario
della misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per trasferimento
fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione
mafiosa];
- Alvaro Rosa, nata a Cinquefrondi (RC) il
18.11.1983, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte e domiciliata a Reggio
Calabria, impiegata [destinataria della
misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagata per concorso esterno in associazione
mafiosa, nonché per trasferimento
fraudolento di valori, aggravato dall’aver agevolato l’associazione
mafiosa];
- Cuppari Gregorio, nato a Sant’Eufemia
d’Aspromonte (RC) il 21.10.1968, commercialista [destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari ed
indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché per trasferimento fraudolento di valori aggravato
dall’aver agevolato l’associazione mafiosa];
- Bonfiglio Rosario, nato a Siracusa in data
8.10.1974, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, imprenditore [destinatario della misura cautelare degli
arresti domiciliari ed indagato per concorso esterno in associazione
mafiosa, nonché per trasferimento
fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione
mafiosa];
- Laurendi Diego, nato a Polistena (RC) il
19.5.2000, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) residente a Sant’Eufemia
d’Aspromonte (RC), [destinatario della
misura cautelare degli arresti domiciliari ed indagato per trasferimento
fraudolento di valori aggravato dall’aver agevolato l’associazione
mafiosa].
Con lo stesso provvedimento il GIP ha disposto, altresì, il sequestro preventivo,
ex art. 321 c.p.p.:
- della “LD Immobiliari e Costruzioni s.r.l.” (che
si occupa di “lavori di costruzione,
lavori di fondazione inclusa l’infissione di pali, lavori di isolamento e di
impermeabilizzazione, deumidificazione edifici, scavo di pozzi di aerazione,
posa in opera di elementi di acciaio non fabbricati”), nella titolarità di LAURENDI
Diego, con sede a Santa Eufemia d’Aspromonte in via Cilea nr. 1;
- della “La Taverna del Pirata”, ristorante nella disponibilità
di Salerno Saverio, con sede a Bagnara Calabran (RC) in via Filippo Turati;
- di un terreno sito in Frontone (PU), nella
titolarità di Laurendi Rocco;
- di un appartamento per uso abitativo sito in
Fabriano (AN), nella titolarità del citato Laurendi Rocco;
- della “LDR s.r.l.s.” (avente ad oggetto attività
di “acquisto di immobili, di edifici civili ed industriali, la loro
ristrutturazione e rivendita, l’attività edilizia pubblica e privata”),
nella titolarità dei citati LAURENDI Rocco e LAURENDI Diego, con sede in Santa
Eufemia d’Aspromonte (RC) in via Giovancortese nr. 27/A1;
- del 75% delle quote della società TOLSTOJ s.r.l.s.
– di proprietà di GAGLIOSTRO Antonino – con sede a Milano in via Leone Tolstoj
nr. 9, avente ad oggetto attività di bar/ristorazione, con esercizio
commerciale sito al medesimo indirizzo;
- del 50% delle quote (già possedute da GAGLIOSTRO
Antonino) della società SAN GOTTARDO BISTROT s.n.c. di IDA’ Vittoria, con sede
a Milano in via San Gottardo nr. 51, avente ad oggetto attività di bar/tavola
calda con esercizio commerciale al medesimo indirizzo;
- della società di persone “Le Saie Milano s.a.s. Di
Iannì Rocco & C”, limitatamente alle quote di GAGLIOSTRO Antonino, con sede
a Milano in Viale Gabriele D’Annunzio nr. 7/9, avente ad oggetto attività di
ristorazione presso il medesimo indirizzo.
L’inchiesta convenzionalmente denominata “Eyphemos II”:
- riassume gli ulteriori esiti di articolate
indagini condotte con l’ausilio di molteplici presidi tecnici di
intercettazioni telefoniche e telematiche, disposte nell’ambito del
procedimento penale nr. 408/19 R.G.N.R. D.D.A. (nei confronti della cosca
Alvaro).
- costituisce il seguito dell’operazione “Eyfhémos”, eseguita il 25 febbraio 2020,
allorquando la Squadra Mobile reggina ed il Commissariato di P.S. di Palmi,
sotto le direttive della D.D.A. di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto –
in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale – 65
soggetti (53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari), indagati, a vario
titolo, per associazione mafiosa (cosca Alvaro), reati in materia di armi,
estorsioni, violazioni del Testo Unico in materia di sostanze stupefacenti,
favoreggiamento reale, violenza privata, corruzione elettorale (violazione
prevista dall’art. 87 D.P.R. nr. 570/1960 art. 1 ultimo comma L. 108/1968),
delitti aggravati dalla finalità di aver
agevolato la ‘Ndrangheta, e scambio elettorale politico mafioso.
L’inchiesta “Eyfhémos”
aveva svelato l’esistenza e l’operatività di una locale di ‘Ndrangheta a
Sant’Eufemia d’Aspromonte, facente capo alla cosca “ALVARO” operante a
Sinopoli, San Procopio, Cosoleto, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Delianuova e in
zone limitrofe. In particolare, quelle indagini avevano rivelato come –
all’interno del locale eufemiese –
coesistessero almeno tre fazioni: tra cui quella riferibile a Laurendi Domenico, che – tra la
fine dell’anno 2017 ed in tutto il 2018 – fu protagonista proprio di una
spaccatura interna. Era, appunto, già emersa allora, in maniera preponderante,
la figura di Laurendi Domenico (inteso “Rocchellina”),
il quale – sotto l’egida della cosca “Alvaro” di cui il predetto era uomo di
fiducia – si era fatto promotore della creazione di un c.d. “banco nuovo”, mediante l’affiliazione di
nuovi soggetti ed il consolidamento dei ruoli di quelli già affiliati,
attraverso il conferimento di nuove doti e
cariche. Non solo, il LAURENDI Domenico
aveva acquisito un rango ancor più elevato, essendo stato in grado di
interfacciarsi anche con politici nazionali, regionali e locali.
Anche nelle indagini che hanno portato al provvedimento
cautelare eseguito questa mattina assume rilievo centrale la figura di Laurendi
Domenico.
La peculiarità dell’operazione “EyphemosII” risiede nel fatto che sono stati colpiti i patrimoni di
alcuni indagati e le condotte illecite poste in essere al fine di celare i beni
provento delle attività delittuose, onde evitare possibili ablazioni da parte
dello Stato. Le intercettazioni hanno fatto comprendere i meccanismi utilizzati
da Laurendi Domenico per dissimulare il patrimonio posseduto. Così scrive il
G.I.P. sul punto“ (…) Evidentemente, il
Laurendi che commercia in droga di qualsiasi qualità, che commercia in armi
anche da guerra costituendo veri e propri arsenali, che consuma estorsioni ai
danni di imprenditori ha cumulato profitti illeciti che ha dovuto necessariamente
reimpiegare e lo ha anche fatto attraverso vere e proprie scatole cinesi
immobiliari ed imprenditoriali.”.
Per fare ciò, il predetto Laurendi Domenico si è servito del
valido apporto di alcuni soggetti, tra cui Cuppari Gregorio – commercialista – suo
“consigliori”, oltre che “consulente tecnico” dell’associazione
mafiosa; allo stesso viene contestato il concorso esterno in associazione
mafiosa. Cuppari ha di fatto contribuito al perseguimento delle finalità della
cosca suddetta, ovvero proteggere il proprio patrimonio mobiliare ed
immobiliare da eventuali aggressioni da parte dello Stato ed in secondo luogo
inserirsi, monopolizzandoli poi con la forza di intimidazione, nei settori
dell’edilizia e della ristorazione. Nello specifico, il Cuppari è risultato
particolarmente attivo:
- nell’elaborare stratagemmi che consentissero
l’interposizione fittizia di beni, anche con la finalità ultima di consentire
alle “aziende mafiose” di acquisire appalti;
- dando suggerimenti tecnici per consentire la
movimentazione di capitali illeciti ed il riciclaggio di somme di provenienza
delittuosa perché proventi dei reati di estorsioni, traffici di stupefacenti,
di trasferimento fraudolento di valori, anche per superare eventuali dinieghi
da parte degli istituti di credito a fronte di movimentazioni bancarie ritenute
“sospette”.
- dando suggerimenti tecnici ma anche prestando
attività meramente materiale (a titolo esemplificativo l’accompagnamento dal
notaio degli intestatari fittizi) per la costituzione della ditta LD
Immobiliare e Costruzioni con nuovi soci Bonfiglio Rosario e Laurendi Diego
(quest’ultimo in luogo del padre Laurendi Domenico) e per la costituzione della
ditta LDR di Laurendi Diego e Laurendi Rocco, sorta per il rilevamento
dell’attività ristorativa denominata “la Taverna del Pirata” con sede a Bagnara
Calabra.
La contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa
riguarda anche Bonfiglio Rosario, esecutore delle direttive del LAurendi Domenico,
ed Alvaro Rosa. Le indagini hanno rivelato che il Bonfiglio ha di fatto coadiuvato
– eseguendone le direttive – Laurendi Domenico, al fine di consentire a
quest’ultimo di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di
prevenzione patrimoniali e per agevolare la commissione di delitti di
riciclaggio e autoriciclaggio, intestandosi fittiziamente beni immobili ed
attività imprenditoriali, nell’esclusiva disponibilità del Laurendi. Non solo,
il predetto BONFIGLIO ha rappresentato Laurendi sul territorio in sua assenza, divenendo,
in sua vece, “punto di riferimento mafioso” per imprenditori che al locale di
Santa Eufemia di Aspromonte si erano rivolti chiedendo “protezione” e per i
referenti di altre cosche di ‘Ndrangheta;
più in generale BONFIGLIO era a disposizione per l’attuazione del programma
associativo dell’organizzazione mafiosa riconducibile al LAURENDI.
Alvaro Rosa – sempre sotto le direttive di Laurendi
Domenico, che l’aggiornava costantemente in ordine ai suoi spostamenti ed agli
investimenti compiuti con i proventi delle attività delittuose – gli ha procurato
schede non intestate con la finalità di assicurare la comunicazione “protetta”
fra affiliati ed in particolare modo con il reggente della cosca Alvaro, Alvaro
Cosimo detto “Pelliccia”. La donna ha
fornito supporto logistico al predetto Laurendi Domenico per consentirgli una
trasferta fino in Sicilia dove avrebbe incontrato Alvaro Cosimo, accompagnandolo
con la propria autovettura; la donna, inoltre, si è occupata della gestione
burocratica delle numerose aziende riconducibili al suddetto Laurendi Domenico,
preparando fatture, effettuando bonifici e mantenendo i rapporti con gli
istituti di credito presso cui questi aveva acceso, anche con delega ad
operare. La stessa Alvaro Rosa, poi, ha custodito denaro e titoli di credito –
di provenienza delittuosa e non – ricevuti in consegna dal Laurendi.
L’indagine ha poi dimostrato che non solo Laurendi Domenico,
ma anche altri indagati, hanno posto in essere condotte di trasferimento
fraudolento di valori ed autoriciclaggio, investendo, i proventi delle loro
attività delittuose.
Avuto riguardo al delitto di trasferimento fraudolento di
valori (aggravato dall’art. 416 bis 1 c.p.), sono state contestate le seguenti
condotte:
- a Laurendi Domenico, in quanto attribuiva al
figlio Laurendi Rocco un appartamento a Fabriano (AN) e un appezzamento di
terreno a Frontone (PU), mentre era invece
Laurendi Domenico il reale ed unico proprietario;
- a
Laurendi Domenico, Lupoi Natale e Salerno Saverio, per aver mantenuto
fittiziamente la titolarità del ristorante denominato “La Taverna del Pirata” a
Bagnara Calabria, alla società “Salerno Rocco ed Enza s.n.c” gestita da Salerno
Saverio, al chiaro fine di eludere le disposizioni di legge in materia di
misure di prevenzione patrimoniali e per agevolare la commissione di delitti di
riciclaggio e autoriciclaggio, mentre erano invece Lupoi Natale e Laurendi Domenico i reali ed unici
proprietari dello stesso;
- a
Laurendi Domenico (in qualità di socio amministratore), Cuppari Gregorio (in
qualità di commercialista e “consigliori”)
e Bonfiglio Rosario (in qualità di socio) per aver attribuito fittiziamente la titolarità
della ditta LD Immobiliare e Costruzioni srl, a Laurendi Diego, al fine di
eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione
patrimoniali e per agevolare la commissione di delitti di riciclaggio e
autoriciclaggio, mentre di essa era Laurendi Domenico il reale ed unico gestore.
- a
Laurendi Domenico, Cuppari Gregorio (nel suo ruolo di tecnico professionista e
regista dell’intera operazione), LAURENDI Rocco (nella qualità di fittizio
intestatario) e LAURENDI Diego (nella qualità di fittizio intestatario) per
aver attribuito fittiziamente – i primi due – la titolarità della società
denominata LDR a responsabilità limitata semplificata ai citati Laurendi Diego
e Laurendi Rocco al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di
misure di prevenzione patrimoniali e per agevolare la commissione di delitti di
riciclaggio e autoriciclaggio, mentre di fatto era Laurendi Domenico il reale
ed unico gestore della stessa e la società era stata costituita per rilevare il
ristorante La Taverna del Pirata di Bagnara.
In relazione al delitto di autoriciclaggio (aggravato
dall’art. 416 bis 1 c.p.), sono state contestate le seguenti condotte:
- a Laurendi
Domenico, in quanto da figura apicale della consorteria criminale ed avendo
commesso reiterati episodi estorsivi ai danni di imprenditori, cui erano stati
commissionati lavori pubblici chiedendo il versamento di tangenti, nonché reati
in materia di armi e traffico di sostanze stupefacenti, impiegava i proventi delle
attività delittuose e li trasferiva in attività imprenditoriali, in modo da
ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa;
- a Gagliostro
Antonino, in quanto, da uomo di
fiducia diLAURENDI Domenico ed avendo commesso reati in materia di armi e
traffico di sostanze stupefacenti, impiegava i proventi delle attività
delittuose e li trasferiva in attività imprenditoriali, in modo da ostacolare
concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa.