Ogni giorno, il mercato dei reggini. Parliamo ovviamente di piazza del Popolo, mercato all’aperto per eccellenza di Reggio Calabria, molto molto oltre le dimensioni di un mercatino rionale.
Già. Ma “dopo”, dopo la merce, dopo l’esibizione del pesce o l’esposizione dell’abbigliamento, esattamente cosa succede?
La piazza in sé viene ripulita e spazzata. Ma, ahinoi, non si può dire certo la stessa cosa per gli immediati dintorni.
Quello che vedete è il risultato di un giorno qualsiasi di mercato. Anzi, no. Perché un giorno di mercato, in realtà, si dovrebbe concludere coi singoli operatori che raccolgono i propri scarti e li smaltiscono correttamente.
In molti casi, questo accade; in molti altri no. Ed ecco ciarpame, meloni – peraltro, pure tagliati -, vestiti stracciati, pasta, pane, intere cassette di pesche.
E come spesso accade, la moneta cattiva scaccia quella buona. Dunque, una volta “battezzata” una microdiscarica, parte del circondario la riconosce e ne approfitta. Ed ecco scaffalature, tastiere di computer, vecchie poltrone, suppellettili, mobili: tutto difficilmente riconducibile a un mercatino all’aperto. Per non parlare di vetri, tastiere per personal computer, paccottiglie d’ogni tipo…
Non solo: non siamo di fronte a una microdiscarica “come le altre”. Oltre il lamierato, giusto davanti all’accesso principale a piazza del Popolo, c’è l’impossibile. S’intravede giusto un po’, dalla strada. Ma il meccanismo è chiaro: in assenza di controllo, si getta ovunque, e dunque si getta persino oltre la recinzione che separa un’ampia area abbandonata dal marciapiede.