Proseguono, davanti al lungomare di Reggio Calabria, le attività di tutela del patrimonio culturale sommerso attraverso ricognizioni subacquee dei fondali. Il 4 e il 5 novembre sono state, perciò, condotte attività di sopralluogo che ha visto recuperato, alla profondità di 25.7 , un elemento architettonico in materiale lapideo con decorazione fitomorfa.
Sono in corso studi per il puntuale inquadramento cronologico. Il recupero è stato necessario viste le modeste dimensioni che ne avrebbero, quindi, potuto determinare un facile trafugamento. Questa ricognizione fa parte dell’attività di tutela dei beni culturali sommersi avviata dal Segretariato Regionale del MiBACT per la Calabria. Il lavoro è d’intesa, naturalmente, con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. Supportati, anche, dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale-Nucleo Cosenza e del Nucleo Carabinieri subacquei di Messina. Il cui fine è consolidare la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di danneggiamento e trafugamento del patrimonio culturale sommerso.
L’indagine è stata, quindi, condotta dal funzionario archeologo subacqueo dott.ssa Alessandra Ghelli, con la collaborazione dei Carabinieri subacquei di Messina, al comando del Mar. Magg. Domenico De Giorgio e con la supervisione dei Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, al comando del Capitano Bartolo Taglietti. L’individuazione del reperto, è avvenuta durante le attività di addestramento dei Sommozzatori del Nucleo di Reggio Calabria. Ha effettuato la segnalazione il Nucleo di soccorso subacqueo e acquatico dell’area calabrese dei Vigili del Fuoco.
Il reperto recuperato sarà, naturalmente, oggetto di pronto intervento conservativo. La caratterizzazione dello stato del degrado verrà effettuata dal Dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra dell’Università della Calabria. Direttore scientifico Mauro La Russa – con cui il Segretariato Regionale del MiBACT per la Calabria diretto dal dott. Salvatore Patamia, ha stipulato una Convenzione triennale per le analisi del degrado e la caratterizzazione dei reperti del patrimonio culturale sommerso.