Quanti cittadini sanno che sessantuno miliardi dovuti al Sud vengono ogni anno regalati al Nord?
A questo interrogativo risponderà il prossimo ospite dei Caffè letterari del Rhegium Julii che si terrà questa sera alle 21.30, presso l’Arena del Circolo del tennis “Rocco Polimenti” di Reggio Calabria.
Roberto Napoletano, direttore di L’altra voce dell’Italia del Quotidiano del Sud, con pregresse esperienze di direzione di altri importanti quotidiani nazionali come Il Messaggero ed Il sole 24 ore è autore di saggi di grande successo come: Se il Sud potesse parlare (2001), Padroni d’Italia (2004), Fratelli d’Italia (2005), Promemoria italiano (2012), Viaggio in Italia (2014), Il cigno nero e il cavaliere bianco (2017), Apriamo gli occhi perché i nostri risparmi sono in pericolo (2018).
Nel corso della serata Napoletano si soffermerà sui temi contenuti nel suo ultimo libro: La grande balla. Non è vero che il Sud vive sulle spalle del Nord, è l’esatto contrario (La nave di Teseo, 2020).
Napoletano ha avviato da diversi anni una grande battaglia per fare un’operazione verità sul più grande furto di Stato mai conosciuto nella storia recente della Repubblica italiana. Non si tratta di esporre numeri a caso, ma di statistiche nazionali certificati dalle principali istituzioni del nostro Paese. Si tratta di numeri che dovrebbero far tremare le vene ai polsi a chi ci governa perché dimostrano come con determinazione, da decenni, si persegue l’impoverimento di una parte del nostro Paese che, in modo nemmeno troppo mascherato, ha tollerato che il Nord potesse svolgere un ruolo predatorio nei confronti del nostro Mezzogiorno.
La grande balla è un intenso viaggio tra le discriminazioni, l’assistenzialismo, le spoliazioni che, lungi dal risolvere la questione duale del Paese, hanno spaccato in due l’Italia.
Dice Pino Bova: Abbiamo chiesto a Napoletano di tornare per parlare di questa vergogna tutta italiana in uno dei periodi più difficili della storia del Paese. Anche noi abbiamo bisogno di costruire una forte presa di coscienza e dobbiamo capire se ci sono margini per ridare un filo di speranza ai nostri giovani. Dobbiamo approfondire se dentro la nostra anima c’è la capacità di reagire ai soprusi e se può nascere una voce autorevole capace di determinare un cambio di passo politico e culturale, una nuova stagione di rinascita.