Lavoro

Reggio Calabria, Sul:”internalizzare i servizi essenziali”

“Da tempo sosteniamo che debbano essere internalizzati i servizi essenziali che intervengono sulle tante necessità che devono affrontare diversi cittadini di ogni età. Cioè che bisogna sottrarre i servizi alla persona in difficoltà alle privatizzazioni, agli appalti, alla concessione a terzi privati e riportarli nella piena disponibilità e direzione delle istituzioni utilizzando strumenti pubblici quali le società in house (purché di intera proprietà pubblica) o le aziende speciali. – E’ quanto rivendica, Aldo Libri, segretario generale di Sul Calabria -.

Nel formulare queste proposte, – prosegue – oltre che da una convinzione antica e profonda e dalla volontà che abbiamo percepito nei dipendenti dei servizi, eravamo invogliati e resi speranzosi dalle linee programmatiche e dalle dichiarazioni nell’ultima campagna elettorale comunale degli attuali amministratori. Anche noi siamo per una gestione più seria, non legata al profitto aziendale e sciolta da vincoli di redditività, ma orientata a rispondere alle esigenze dei cittadini. E poi, non abbiamo esempi commendevoli di gestione dei servizi alla collettività (vedi raccolta e gestione dei rifiuti) o dei servizi alla persona fragile (vedi servizi domiciliari ai disabili o i servizi di assistenza scolastica all’autonomia ed alla comunicazione), quantomeno per i ricorrenti o cronici ritardi nei pagamenti.

Forti di queste posizioni politiche dell’attuale Giunta Comunale e della Città Metropolitana abbiamo avanzato la proposta di utilizzare una struttura di dimensione provinciale, ad esempio SVIPRORE, per una stabilizzazione a costo zero che impegni le somme che i bilanci dei vari comuni e il bilancio provinciale mettono già a disposizione, eventualmente aggiungendovi provvidenze regionali e ministeriali o specifici progetti nazionali ed europei.

È una proposta ragionevole e praticabile, giacché si tratta delle medesime, identiche somme che sono già ascritte a bilancio, quindi non si spenderebbe un solo euro in più. Tutto praticabile per chi vuole davvero perseguire l’internalizzazione dei servizi senza gravare su bilanci già molto precari. Nessuna risposta ufficiale è venuta a questo proponimento. Tante attestazioni positive del tipo “ottima idea”.

Quindi rilanciamo qui: perché non si può fare una stabilizzazione a costo zero come l’abbiamo proposta da anni? Attendiamo una risposta coerente, se è possibile che ci sia. Intanto informiamo tutti che il Comune di Roma, la Regione Puglia e diversi Comuni sparsi per l’Italia stanno contrattando l’internalizzazione di questo servizio esattamente come da noi proposto. Invece apprendiamo dalla stampa che è stato fatto una accordicchio per prorogare la concessione del servizio alle cooperative con l’impegno a “costruire assieme il nuovo bando”, alla retribuzione puntuale (gli stipendi mancanti del 2021 sono 5).

Come assicurare il regolare stipendio è avvolto da fumosità piene di faremo, approfondiremo e verificheremo, ma siamo curiosi di capire come i ritardi cronici saranno superati, atteso che i dipendenti delle cooperative che svolgono assistenza domiciliare ai disabili hanno accumulato un anno di inutile attesa. Si dice anche di un avanzamento nel livello di inquadramento, cosa lodevole che porterà le ASACOM ad un guadagno aggiuntivo lordo di ben €. 0.36 grazie al quale ogni 3 giorni potranno bere un caffè. In conclusione la domanda è: vale ancora la volontà di internalizzare i servizi e come intendete metterla in atto, atteso che per la gestione diretta della raccolta dei rifiuti siamo al palo e per i servizi alla persona il meglio che riuscite a fare è continuare nella strategia degli appalti e degli affidamenti?”