“Il 28 dicembre del 1908 Reggio Calabria e Messina furono letteralmente rase al suolo da uno degli eventi sismici più devastanti della storia. Un terremoto, seguito da un maremoto nello Stretto, che decimò la popolazione, mietendo circa 100 mila vittime e provocando altrettanti sfollati. A 112 anni da quella tragedia, che provocò morte e distruzione, vogliamo ricordare il sacrificio e la determinazione che caratterizzarono la fase della ricostruzione negli anni successivi. Gli aiuti arrivarono, seppur in pesante ritardo, ma il popolo reggino riuscì da solo a rimettersi in piedi. Un popolo purtroppo abituato a cadere nella sua storia, sempre capace di rialzarsi e di ricominciare“. E’ quanto dichiara il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà in occasione dell’anniversario del terremoto che all’alba del 28 dicembre 1908 colpì le popolazioni dello Stretto, distruggendo le città di Reggio Calabria e Messina.
“Siamo un popolo fiero – ha aggiunto il sindaco – orgoglioso della sua storia e della sua identità. Ed è proprio da questo che dobbiamo ripartire. In queste ore al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, cosi come in tutta Italia, è iniziata la prima campagna vaccinale destinata agli operatori sanitari, a tutti coloro che nell’ultimo anno hanno combattuto in prima linea la battaglia contro il virus e ai quali va il nostro più sincero grazie. Un segno di rinascita e di ripartenza dopo un anno difficile, caratterizzato da una pesante crisi economica oltre che sanitaria. L’anniversario del terremoto del 1908 quest’anno assume quindi un significato particolare. Anche di fronte alle tragedie più immani, è possibile, anzi è necessario, rialzare la testa e ricominciare“.
“In questi giorni sui social si legge di tutto, teorie cospirazioniste e negazioniste rispetto alla tragedia del Covid e all’efficacia del vaccino. Non è questo lo spirito che deve caratterizzare questa fase cosi delicata. L’avvio della campagna vaccinale può rappresentare un nuovo inizio. Ed al di là degli effetti che questa avrà a livello sanitario e di ripartenza economica, credo sia importante considerarne anche gli effetti emotivi e sul senso civico della comunità. Questa pandemia ci ha insegnato, una volta di più, che solo stando uniti si può uscire vittoriosi da simili tragedie. Appunto come è successo con il terremoto all’inizio del secolo scorso. Quello che è avvenuto allora, quello che avviene oggi, sia da insegnamento per ciò che dovrà avvenire domani“.