Il Consiglio delle Chiese di Reggio Calabria ha chiesto l’autosospensione della comunità Pace di cui è pastore Massimo Ripepi, coinvolto nella ormai nota vicenda giudiziaria , dove avrebbe sconsigliato una mamma a denunciare la violenza sessuale subita dalla figlia minorenne ad opera dello zio.
La decisione sarebbe maturata nel corso di una riunione dove erano presenti Enzo Petrolino, diacono della chiesa Cattolica, Demetrio Amedeo, pastore della chiesa cristiana “Gesù Cristo è il Signore” di Gallico, Rosario Confessore, pastore della chiesa Valdese, Tony Moscato, pastore chiesa cristiana “Gesù Cristo è il Signore” di san Cristoforo, Pasquale Focà, pastore della chiesa della Riconciliazione. Mentre erano assenti i rappresentanti della Chiesa Greco-Ortodossa, della chiesa Ortodossa Rumena e della chiesa cristiana “Gesù Cristo è il Signore” di Catona.
“Stiamo per celebrare il Natale del Signore e fra più di un mese la Settimana per l’Unità dei Cristiani – si legge in una nota – questi due eventi ci hanno colto in un momento di grande prova e sofferenza. Da un lato il virus, dall’altro la spiacevole e grave vicenda che ha coinvolto Massimo Ripepi, pastore della chiesa “Gesù Cristo è il Signore” di Catona/Arghillà. Senza entrare nel merito dell’attendibilità delle accuse che gli vengono contestate e nella speranza che esse si rivelino infondate, esprimiamo la nostra convinzione che come chiese siamo chiamate a promuovere la crescita umana ed a difendere la dignità e l’incolumità delle persone, in particolare delle più deboli, esposte alla violenza e all’arbitrio.
Dobbiamo anche mettere in atto prassi che educhino alla legalità, all’amore per la verità e per la giustizia, denunciando il male e smascherandolo dal velo della cultura e dei comportamenti usualmente considerati accettabili.
Oltre a ciò, vogliamo difendere e proteggere quello che c’è di buono nel nostro stare insieme affinché anche da questa deplorevole vicenda si possa trarre una lezione di vita per noi cristiani e per le nostre Comunità, per essere nella società testimoni credibili. Con tali sentimenti e guidati da questa speranza, rivolgiamo alla bambina vittima di questa vile e mostruosa violenza, il nostro pensiero e la nostra affettuosa vicinanza solidale ed esprimiamo alla sua famiglia la nostra disponibilità fattiva, assicurandole la nostra preghiera”.
Da qui la richiesta alla Chiesa di Catona “di autosospendersi dal Consiglio delle chiese reggine e di astenersi dal partecipare agli incontri e alla Settimana per l’Unità dei cristiani, programmata per Gennaio prossimo, offrendo un segno di buona volontà e di carità cristiana”.