REGGIO CALABRIA – “Che Sindaco e maggioranza vivano in un posto diverso da Reggio lo si è capito bene, ma anche al loro totale distacco dalla realtà deve esserci un limite, soprattutto quando vengono messi a repentaglio i diritti dei bambini e dei ragazzi che frequentano le scuole reggine e la serenità di migliaia di famiglie della nostra Città”. La denuncia è del consigliere comunale a Palazzo San Giorgio della Lega, Mario Cardia. “L’ultimo, attuale, disastro – prosegue sempre il consigliere comunale – riguarda purtroppo le scuole primarie e medie della Città e con esse la quotidianità ed il diritto allo studio ed all’istruzione dei più piccoli e delle mamme e papà, degli insegnanti che ogni giorno se ne prendono cura. L’allarme è stato lanciato con grande attenzione nei giorni scorsi dalla UIL Scuola e i documenti venuti fuori dagli uffici del Cedir nella giornata di oggi ne confermano la veridicità e l’assoluta gravità: all’esito delle verifiche di vulnerabilità sismica, ben 9 scuole della Città chiuderanno: Galluppi, Vitrioli, Pythagoras, Dante Alighieri Catona, distaccamento Dante Alighieri Catona, Klearcos Archi, melissari Tremulini, Frangipane edificio Nord, scuola primaria di Condera. È questo il disastro dell’amministrazione tragicamente emerso da una nota della Dirigente comunale all’istruzione, indirizzata a tutti i Dirigenti Scolastici delle scuole reggine. Oltre alla chiusura di questi plessi scolastici, ciò che davvero sconvolge per l’assoluta assenza di programmazione è che si chiede ai Dirigenti Scolastici delle altre scuole reggine di indicare locali disponibili dove accogliere i bimbi ed i ragazzi frequentanti le scuole che dovranno essere chiuse, come se fossero oggetti da collocare, anziché bimbi e ragazzi che hanno diritto di studiare e crescere serenamente. Perchè l’amministrazione non ha speso i fondi dell’edilizia scolastica? E dove verranno redistribuiti gli alunni delle scuole chiuse? Nelle mense, nelle aule magne delle altre scuole? Ben vengano le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole, in quanto rappresentano uno strumento a tutela della sicurezza degli alunni. Ma ciò che lascia senza parole dinanzi a questo ennesimo scempio dell’amministrazione è la totale totale assenza di visione e programmazione politica e amministrativa della maggioranza, che in attesa degli esiti dei carotaggi non ha messo in campo nessuna azione politica ed amministrativa per prevenire la chiusura dei plessi e adottare per tempo soluzioni alternative. Chiudere 9 scuole a distanza di 20 giorni dall’inizio dell’attività didattica significa letteralmente buttare nel caos centinaia di famiglie e pregiudicare il diritto all’istruzione dei più piccoli. Ed è qualcosa di inaccettabile, sulla quale come Consigliere di opposizione non farò sconti, nell’interesse dei diritti dell’infanzia e delle famiglie reggine. Il sindaco deve subito riferire su questo disastro in un Consiglio Comunale aperto, al quale dovranno poter partecipare tutte le famiglie reggine”.
LA REPLICA DI FALCOMATA’
A stretto giro il sindaco in persona prova a buttare acqua sul fuoco spiegando che in merito a questo problema “bisogna cambiare l’approccio, il punto di vista. È una cosa che noi abbiamo fortemente voluto ed è un’attività di programmazione di questi anni. Rientra nell’ambito delle scuole Belle e Sicure. L’idea cioè di fare una verifica seria, approfondita, definitiva sullo stato di salute delle nostre scuole, dei nostri plessi scolastici. Sono state fatte indagini su venticinque istituti, e di questi venticinque istituti nove hanno registrato problematiche di tenuta statica o di tenuta sismica. Rispetto a questi nodi – continua Falcomatà – con i nostri uffici, io ringrazio la dirigente Roschetti e l’assessore Briante, abbiamo iniziato a verificare la disponibilità di altri plessi scolastici o insieme ai dirigenti scolastici la possibilità di riorganizzare queste sezioni, queste classi, all’interno diciamo degli stessi istituti comprensivi. Su sei di queste nove scuole la situazione è stata già risolta attraverso la soluzione interna o su altri istituti limitrofi, perché parliamo sempre di scuole elementari e scuole medie e l’obiettivo è quello di rimanere nel quartiere e nel circondario perché non sono istituti superiori quindi le famiglie scelgono anche in base alla zona in cui risiedono. Per tre di questi plessi, invece, non siamo riusciti ancora ad organizzarci internamente e ci sono in corso delle interlocuzioni con altre istituzioni per verificare la disponibilità di locali idonei ad ospitare le classi e i ragazzi, sempre secondo lo stesso principio di territorialità”.