REGGIO CALABRIA – Un decreto di sequestro preventivo è stato eseguito dai finanzieri nei confronti di un’assistente sociale di Reggio Calabria e al coniuge, medico specialista.
I coniugi sono indagati perché, abusando delle rispettive posizioni e della condizione di vulnerabilità di una donna di 87 anni di Reggio Calabria, oggi 91enne, provata prima dalle malattie delle figlie e poi dal lutto per la perdita di una di loro, nonché sfruttandone il bisogno di assistenza una volta rimasta sola, avrebbero indotto l’anziana donna a compiere una serie di atti patrimoniali per sé pregiudizievoli, appropriandosi, nell’arco di circa due anni, di oltre 400 mila euro.
La vicenda nasce nel 2019, quando l’assistente sociale, che prestava servizio presso la struttura dove si trovava ricoverata la figlia dell’anziana donna, instaurava con quest’ultima un’assidua ed interessata frequentazione, non giustificata da alcun rapporto di reale affetto, rendendosi disponibile per assisterla nelle necessità quotidiane e ottenendo la sua fiducia. Il marito, successivamente, si sarebbe adoperato con successo, ottenendo il rilascio delle certificazioni mediche necessarie, affinché l’anziana donna fosse ricoverata presso una determinata casa di riposo di Reggio Calabria, dove effettivamente veniva ricoverata poche settimane dopo il lutto.
L’assistente sociale, dunque, con il pretesto di prendersi cura della casa, avrebbe indotto l’anziana donna a consegnarle le carte di pagamento, a rilasciarle deleghe ad operare ed a cointestarle nuovi rapporti postali e bancari sui quali faceva transitare, oltre alla pensione dell’anziana donna, il rimborso di titoli e polizze di cui l’anziana era titolare, appropriandosi delle somme confluite con successivi prelievi di contanti, emissione di assegni poi depositati su conti personali e trasferendo parte del denaro, a mezzo bonifici, sui conti cointestati con il marito.
All’esito delle indagini la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, successivamente convalidato dal Tribunale, dei rapporti finanziari intestati ai coniugi indagati, fino alla concorrenza dell’ingiustificato profitto economico, pari a 419.524,26 euro, procuratosi a danno dell’anziana donna.