Concluso da poco il lungo consiglio comunale che ha visti approvati, non senza pareri contrari, ilDUP 2021-23 e bilancio di previsione 2021-23. “Il DUP congiunge in un unico documento due momenti fondamentali dell’azione amministrativa: una legata alla fase della programmazione di mandato e considera l’intero arco temporale della legislatura, l’altra che guida la stesura dei documenti contabili, rapportandosi in un principio di continuità sulle scelte decisionali e sui risultati in termini non ipotetici ma reali, evitando di programmare obiettivi non attendibili (ovvero irrealizzabili).” – dichiara, nella sua relazione, l’assessora al bilancio Irene Calabrò.
“Un documento concreto, chiaro, semplice e coerente. Unitamente ad esso si approvano, quali allegati necessari, il programma triennale delle opere pubbliche, la programmazione del fabbisogno del personale, il piano delle
alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. – continua – risulta da un lato fortemente orientato allo sviluppo di settori chiave come la cultura, il turismo, la pianificazione; punta a raggiungere ambiziosi obiettivi su opere pubbliche strategiche con un occhio a consolidare e rafforzare il livello manutentivo cittadino ma dall’altro non trascura interventi di carattere innovativo nel settore ambiente e di supporto alle attività produttive nella fase post covid.”
E sul bilancio di previsione aggiunge: “in questi anni non si è tirato a campare ma si è costruito a livello locale e a livello nazionale. L’animo che ha mosso questa Amministrazione nella sua azione politica è stato quello di superare il piano di riequilibrio risanando le casse del comune. Un’azione di
pulizia e cura apprezzata dai Governi centrali succedutisi nel tempo che hanno giudicato seria l’impostazione assunta ed hanno riconosciuto gli sforzi compiuti fino ad oggi.” – inoltre – il bilancio di previsione 2021/2023 sconta il superamento di uno stallo normativo creatosi all’indomani della pronuncia di incostituzionalità della norma relativa alle anticipazioni di liquidità. Somme richieste dai Commissari per un importo pari a circa 187 mln da rimborsare all’epoca in trent’anni, oggi in dieci, al netto delle restituzioni effettuate e del contributo assegnato al Comune di Reggio Calabria con il Decreto sostegni bis pari a 46 mln. – conclude.