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Reggio, “Controllo e Vigilanza”: Ripepi striglia l’Amministrazione comunale

REGGIO CALABRIA – Questa mattina, è risuonata a Palazzo San Giorgio la roboante voce di condanna del centrodestra nei confronti dell’Amministrazione comunale rispetto al sempreverde “caso Miramare”.

Nella sostanza, tre i bersagli principali dei commissari di minoranza della Commissione consiliare Controllo e Garanzia: il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, il dirigente dell’Avvocatura comunale Fedora Squillaci.

Mancate dimissioni

da sx Massimo Ripepi e i consiglieri forzisti
Federico Milia e Tonino Maiolino

A fare la “parte del leone” – e non poteva che essere così – il presidente dell’organismo consiliare Massimo Ripepi (Coraggio Italia), che ha esposto linea per linea i contenuti del documento di minoranza che informa una Relazione conclusiva ieri però bocciata in Commissione dalla maggioranza di centrosinistra. Gli indirizzi fondamentali, rimarcati anche dal capogruppo di Fdi Demetrio Marino – che ha coordinato i lavori –, sono due.

Da un lato, Giuseppe Falcomatà e gli altri amministratori condannati in primo grado nel “processo Miramare” e quindi sospesi dalla carica non si sono dimessi, benché il Codice etico di Avviso pubblico recepito dal Consiglio nel 2016 imponga di farlo. Su altro versante, la dirigente dell’Avvocatura comunale Fedora Squillaci ha prodotto un rimpallo di responsabilità col sindaco e con altri elementi dell’Ente su quale soggetto dovesse decidere sulla costituzione di parte civile del Comune, che alla fine non c’è stata.

Tentativi di delegittimazione

Tema ricorrente, sviluppato soprattutto dal capogruppo di Forza Italia Federico Milia, il presunto intento della maggioranza di screditare l’operato dei commissari di centrodestra.
Per esempio personalizzandolo, come fosse un fatto “unico” di Ripepi. Ma «in realtà è un lavoro collettivo della minoranza, come ne stiamo portando avanti altri, altrettanto delicati. A delegittimarci ci provano lo stesso, tentano di accreditare l’ipotesi che diciamo solo sciocchezze come già fanno anche in Aula, dandoci sulla voce o, nel caso del presidente dell’Assemblea, togliendoci la parola… La verità è che stiamo scoperchiando il “vaso di Pandora” di un’Amministrazione solo apparentemente “della legalità”, come si professa questa di centrosinistra sin dal primo mandato di Giuseppe Falcomatà».

«Prefettura e Viminale non interpellati. Perché?»

Demetrio Marino (Fdi)

Stringenti poi due-tre quesiti posti dal meloniano Marino: «Ma le questioni che abbiamo posto col lavoro della Commissione hanno trovato risposta o no? E poi: noi siamo garantisti fino alla fine, e lo siamo dunque anche per gli amministratori oggi sospesi e già condannati in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria per il “caso Miramare”, ma il segretario provinciale del Partito democratico Antonio Morabito non ha nulla da dire su quanto sta accadendo?

Ancóra: perché, a differenza che in altre situazioni delicate, sulla disapplicazione di un Regolamento del Consiglio comunale, quello che recepisce il “Codice etico” di Avviso pubblico, non è stato chiesto neppure un parere a Prefettura e Viminale?».

Next stop, Procura e Corte dei conti

A supportare le tesi dei commissari d’opposizione anche l’ex candidato sindaco Nino Minicuci, in videocollegamento, seppure con una sfumatura di ribadita stima verso l’avvocato Squillaci.
Ora il documento – ha evidenziato Ripepi – sarà inoltrato a Procura, Anac e Corte dei Conti. Il Consiglio dovrà esprimersi sui contenuti del documento entro 30 giorni.

Ma vediamo l’intervista audiovideo rilasciata a Tempostretto appunto da Massimo Ripepi, capogruppo di Coraggio Italia a Palazzo San Giorgio, nella qualità di presidente della Commissione consiliare Controllo e vigilanza

+++ Integrazione +++

Precisa il presidente della Commissione Massimo Ripepi, anche a nome degli altri commissari di centrodestra nella “Controllo e Garanzia”, che «la dott.ssa Maria Luisa Spanò sebbene sia stata rinviata a giudizio per la vicenda Sati, non ha, come erroneamente comunicato, riportato, allo stato, alcuna condanna poiché il procedimento che la vede imputata è ancora in fase dibattimentale e si sta celebrando davanti al Tribunale di Reggio Calabria».
L’errore in questione non compariva nel testo pubblicato dalla nostra testata, bensì in una frase pronunciata dall’intervistato nel video che integra questo articolo