L’esortazione di Victor Ukmar: «Lo Stretto di Messina è più bello di Miami, il turismo è il vostro tesoro»

«Altro che Miami. La soluzione dei vostri problemi è davanti ai vostri occhi. Avete in questo spettacolo naturale tutto ciò che serve per alzare la testa»: sono le parole del professor Victor Ukmar, il più famoso fiscalista e tributarista italiano, emerito dell’Università di Genova e docente presso l’Università di Bologna per Diritto Tributario Internazionale. Ukmar lavora anche per la Bocconi di Milano ed è Presidente del Centro di Ricerche Tributarie dell’Impresa. Tra meno di due mesi compirà 85 anni e ha assaporato le bellezze dello Stretto nei giorni delle festività Pasquali, prima a Messina dove ha tenuto una conferenza accademica e poi a Reggio, invitato dalla professoressa Maria Vittoria Serranò che insegna proprio nella facoltà di Economia dell’università di Messina.

Attraversando lo Stretto, il professore ha dovuto fare i conti con le lentezze vergognose dei trasporti nello Stretto, ammirando da vicino luci e ombre del territorio.

Ukmar ha fatto il punto della situazione sullo ‘status-quo’ direttamente in loco, e ha ribadito che «il turismo è la vostra leva naturale. La civiltà del passato vi ha consegnato una miniera a cielo aperto».

Le parole del prestigioso e riconosciuto intellettuale non possono che inorgoglire i cittadini dello Stretto, rendendoli ulteriormente fieri del luogo in cui sono nati. Ma non è tutto oro ciò che luccica: le risorse offerte da questo territorio potrebbero, anzi dovrebbero, esser valorizzate molto meglio in modo tale da consentire un processo di crescita e sviluppo che porti al benessere diffuso.

Così non è, ma solo unendo le forze l’Area dello Stretto può immaginare un futuro glorioso. La ricetta è nelle stesse parole di Ukmar: «Questa è un’area privilegiata nel Mediterraneo, ma occorre mettere in moto gli investimenti per contrastare l’avanzata di paesi come la Spagna, il Marocco e la Tunisia. Basti pensare al porto di Tangeri. Bisogna sfruttare i fondi dell’Ue, spingere sull’internazionalizzazione, portare il mondo in Calabria, rafforzare i rapporti con le comunità che vivono all’estero. Senza dimenticare di coinvolgere le università. Fino ad ora è stato fatto nulla o molto poco. Sono i governi regionali che hanno il compito più importante. Devono garantire sicurezza e semplificazioni fiscali agli imprenditori, puntare sulle zone franche e le energie rinnovabili, investire sui giovani».

La grande sfida è il Mediterraneo. Che rappresenta senza ombra di dubbio la più grande opportunità della storia ma che, al tempo stesso, potrebbe anche diventare l’ennesimo treno colpevolmente perso.

Ed è un treno carico di progresso, sviluppo, idee, progetti, sogni.

E’ il treno del futuro, il treno della speranza.

Sta al terrtorio saper dare una risposta per diventare realmente competitivo. Dagli amministratori ai cittadini serve una mentalità positiva, intraprendente e vogliosa di riscatto: lo Stretto ha tutte le carte in regola per poter rappresentare il trampolino di lancio verso un avvenire di grande ricchezza.