musica

Reggio. Dopo Cilea, il pianista Nicola Sergio “reinventa” le melodie della tradizione omerica

REGGIO CALABRIA – A qualche anno di distanza da Cilea mon amour, ‘perla’ in cui reinventò le strepitose composizioni del palmese Francesco Cilea, un’altra significativa operazione di restyling delle superbe tradizioni musicali locali firmata Nicola Sergio.
Stavolta, però, il flashback in note tornerà indietro di 2.600 anni…

Le note omeriche “al tempo dei Bronzi”

Il galatrese Nicola Sergio, pianista jazz di livello internazionale

Alle 21,30 di martedì prossimo, 9 agosto, all’interno delle Mura greche – sul lungomare Falcomatà – due jazzisti ben noti come il pianista e compositore originario di Galatro e il flautista sudcoreano Ujin-Ko, da anni ‘trapiantato’ a Parigi proprio come Nicola Sergio, terranno il concerto I papiri di Omero. Le musiche al tempo dei Bronzi: segni musicali del V sec. a. C., proposto dall’Associazione culturale Archigramma e accolto e finanziato dall’Assessorato comunale alla Cultura nel contesto dell’Estate reggina.

Ekrizon, “alle radici” della storia di Reggio Calabria

Il flautista sudcoreano Ujin-Ko

L’idea è quella di un’ekrizon, un ritorno alle radici della città di Reggio, fondata dai coloni calcidesi circa 2.600 anni fa. Non solo mera storia, naturalmente, ma appunto anche ricerca della storia musicale di questa rilevantissima parte di Magna Grecia che fu, «alla ricerca delle antiche melodie del V° secolo avanti Cristo, retaggio della tradizione omerica – evidenziano dall’associazione Archigramma -. Molti ricercatori e musicisti hanno tentato d’interpretare, con vari esiti, la cultura del tempo al fine di comprendere quelle armonie musicali».

E ora toccherà proprio a Sergio, interprete e concertista di livello internazionale con diversi album di successo alle spalle – da Symbols a Migrants -, insieme al virtuoso del flauto traverso Ujin-Ko, già molto apprezzato sia in Italia sia in terra transalpina «cimentarsi con le musiche di Omero e riportarci ‘al tempo dei Bronzi’ all’interno di un luogo molto evocativo» come le Mura greche della Rhegion che fu.