REGGIO CALABRIA – “La destra del “vannamarchismo” più estremo torna a sbandierare il “modello Reggio” per attaccare l’amministrazione comunale. Dopo il maltempo, l’argomento sul quale la minoranza prova a fare leva è la somma stanziata dalla giunta comunale per l’organizzazione dei prossimi eventi natalizi. Risorse comunitarie che, a differenza degli anni bui di Reggio – quando il Comune veniva usato da bancomat ed i bilanci falsificati – non incideranno per un solo euro sulle tasche dei reggini”. E’ quanto affermano in una nota i consiglieri della maggioranza alla guida di Palazzo San Giorgio.
“Dieci anni fa, la giunta e la maggioranza di centrosinistra, responsabilmente, hanno assunto l’onere e l’onore di accettare la sfida, quasi impossibile, di riportare la città in un porto sicuro, consapevoli delle difficoltà dettate dai pesanti lasciti di chi, oggi, fa bandiera e vanto dello sperpero di denaro pubblico. Il milione di euro che permetterà ai reggini di vivere un sereno Natale e alla città di poter accelerare sul piano dello sviluppo turistico collegandosi, oltretutto, all’organizzazione del Capodanno Rai, del quale peraltro la minoranza non si domanda i costi, arriva dai fondi del “Pn Metro Plus”, il vecchio “Pon Metro”, un finanziamento che l’Europa mette a disposizione dei territori per la promozione, fra le altre cose, dello sviluppo sociale anche attraverso la cultura, il patrimonio naturale o il turismo. Praticamente, un Natale ricco di iniziative e a costo zero per le famiglie ed i contribuenti reggini. Anzi, si tratterà di una vera e propria boccata d’ossigeno per l’intero tessuto socio-economico, con un occhio di riguardo alle periferie che potranno beneficiare di iniziative lungo ogni singola circoscrizione”.
“Di cosa si lamentano, invece, le destre? Che un milione di euro è troppo. Detta così fa già abbastanza ridere se si considera che nel 2004, il doppio, costò ai reggini l’acquisto improvvido dell’ex Italcitrus, un rudere abbandonato e stracolmo di amianto. Questo è il modello al quale si ispira la destra di lotta? I cittadini non hanno l’anello al naso e, sulla loro pelle, hanno pagato, caro e amaro, il tempo in cui venivano appurate contabilizzazioni irregolari tra entrate e uscite, promosse esposizioni finanziarie spericolate verso le società partecipate, sottoscritti swap con istituti bancari non conformi, e addirittura, reiterati i mancati pagamenti nei confronti dell’Enel. C’è stato un periodo, a Reggio, in cui il Comune non pagava la luce pubblica, ma spendeva fior di quattrini per feste e festini. Un’epoca in cui, la destra di Palazzo San Giorgio, agiva seguendo il motto “credere, obbedire, ballare”.
“L’amministrazione Falcomatà dunque – proseguono i consiglieri – oltre ad aver riparato quei danni e quei guasti immani, è fuoriuscita dalle secche del Piano di riequilibrio continuando ad investire senza gravare sulle finanze comunali. Anzi, solo per fare un esempio, in termini di spesa sociale si è passati da quasi zero nel “modello Reggio” ai 20 milioni di oggi”.
E ancora: “Così, l’allergia della minoranza alle regole e alle buone prassi si è manifestata anche in occasione dell’ultima, risibile, conferenza stampa. L’atto predisposto dall’esecutivo, e non sarebbe potuto essere altrimenti, è sostenibile e trasparente. Certifica, ancora una volta, come l’amministrazione del sindaco Giuseppe Falcomatà salvaguardi i fondi di bilancio, destinandoli ai servizi essenziali. Per i grandi eventi si attinge da somme dedicate allo scopo ed esterne alle economie dell’Ente. E’ un’attività lapalissiana che, ovviamente, alle destre nostalgiche del “modello Reggio” e che, da quel torbido passato, cercano di ripescare la loro guida futura facendo strame dei loro stessi rappresentanti istituzionali a qualsiasi livello, appare una roba dell’altro mondo. Appare patetica e disgustosa, infine, la critica che quei soldi si sarebbero potuti spendere per il contrasto alla povertà. La destra, quindi, è arrivata a contestare persino il pranzo di Natale che il Comune organizzerà per i più fragili negli spazi della galleria di Palazzo San Giorgio. E’ becero populismo di chi strumentalizza le difficoltà della gente per squallidi fini politici”.