REGGIO CALABRIA – “L’Aspromonte, la montagna al centro del Mediterraneo, con la sua vetta Montalto alta 1955 metri sul livello del mare, è ormai da più di 120 anni legata a filo doppio con la statua del Redentore che accoglie i pellegrini che arrivano in cima per ammirare l’incomparabile spettacolo di un paesaggio a 360°. Il Redentore di Montalto d’Aspromonte, “u Santu Sarbaturi”, insieme ad altre 18 statue, furono volute dall’allora Papa Leone XIII per commemorare i 19 secoli trascorsi dall’avvento di Cristo.
Da oltre 40 anni l’Associazione “Amici di Montalto” promuove iniziative, si prende cura della vetta e della Statua segnalando criticità e curando il sito con interventi di pulizia e di controllo costante. Ora il basamento – viene sottolineata nella nota – ha bisogno di una radicale sistemazione che, se non fatta in tempi celeri, potrebbe cedere facendo crollare la Statua.
Sulla singolare storia della statua del Redentore è di recente uscito, per l’editore Laruffa, un volume che allarga lo sguardo al Montalto evidenziandone gli aspetti paesaggistici e i panorami che si godono dalla cima. Racconta della Rosa dei Venti, dei punti geodetici e dei resti di antichi manufatti. Segnala la prima carta che ne riporta il nome, indaga le varie denominazioni avute nei secoli, l’etimologia dei principali toponimi circostanti. Un capitolo sulle leggende narra della Sibilla, dell’eremita Pietro, della Chanson d’Aspremont. Ampio spazio è dedicato ai viaggiatori, dal 1152 al 2004, che hanno toccato la cima e ai relativi brani letterari, diversi inediti.
Fondamentale il capitolo sulle norme di salvaguardia del sito previste dal Parco nazionale dell’Aspromonte, l’importanza ambientale della Rete Natura 2000 e del Geosito Circo di Montalto. Infine, sono descritte ben sei escursioni che convergono sul Montalto, dalla più semplice alla più lunga e anche in mountain bike con un’utile mappa”. Il libro verrà presentato questa sera alle ore 19 all’Area Sacra Griso Laboccetta di via Aschenez. Interverranno l’autore Alfonso Picone Chiodo, Gianni Musolino dell’Associazione “Amici di Montalto” e l’editore Roberto Laruffa.