Il regime forfettario è un metodo di imposizione fiscale, studiato soprattutto in ottica di piccole e piccolissime attività, che si applica in sostituzione dell’Irpef a chi ha una partita iva individuale. Entrato in vigore nel 2015, attualmente è il solo regime fiscale agevolato disponibile in Italia per coloro che avviano una nuova attività. Garantisce sia agevolazioni fiscali che vantaggi dal punto di vista contabile.
Il regime forfettario prevede il pagamento di aliquota del 15% sull’imponibile (per redditi fino a 65.000 euro annui), aliquota ridotta al 5% per i primi cinque anni per le attività di nuova costituzione. In pratica i redditi derivanti dalle attività con partita iva e che sottostanno a questo particolare regime fiscale, sono tassati secondo un’aliquota fissa (una flat tax a tutti gli effetti), con i titolari che non subiscono l’ordinario prelievo Irpef.
Il regime forfettario 2021 porta con sé anche delle semplificazioni contabili e dei vantaggi relativi all’iva:
Riguardo l’ultimo aspetto, che non è affatto da sottovalutare, è bene comunque ricordare che la fatturazione elettronica è comunque obbligatoria quando si lavora con le Amministrazioni Pubbliche. Inoltre, considerando che l’utilizzo di questo strumento è previsto che venga esteso a tutte le aziende, è consigliabile pensare già da adesso a organizzarsi con la fattura elettronica per il regime forfettario. Anche se al momento non obbligatoria, capirne bene funzionamento e utilizzo eviterà di correre frettolosamente ai ripari nei prossimi anni. Il procedimento relativo alla creazione, invio e conservazione della fattura per regime forfettario in modalità elettronica semplificherà molti passaggi e permetterà di ottenere un’ottimizzazione dei tempi oltre a una riduzione dell’errore umano. Non si tratta di file allegati tramite una mail, quanto piuttosto di fatture strutturate secondo il linguaggio standard XML. La fattura per regime forfettario così creata viene firmata digitalmente da chi l’ha emessa e deve essere conservata con un procedimento ad hoc a fini fiscali.
L’essere fiscalmente vantaggioso è il motivo che ha spinto il legislatore a pensare il regime forfettario solo per alcune specifiche categorie di contribuenti, ovvero i titolari di partita iva individuale. Soltanto chi svolge attività in proprio, come libero professionista o imprenditore individuale, può accedere a questo regime. Il titolare di partita iva con regime forfettario può avvalersi anche di dipendenti, collaboratori e/o personale a progetto, a patto che le spese per queste figure non superino i 20.000 euro all’anno.
Il limite dei 65.000 euro annui del regime forfettario è relativo solo ai redditi conseguiti svolgendo l’attività per la quale si è aperta la partita iva: questo significa che si possono svolgere anche altre attività, anche come dipendente seguendo comunque precise disposizioni:
i redditi derivanti da attività svolta come lavoratore dipendente (o derivanti da pensione) don possono eccedere il limite di 30.000 euro lordi annui.